giovedì 7 agosto 2008

BD come Bangladesh

BD come Bangladesh. 
Arrivo in un aeroporto decadente sotto il cielo afoso del monsone. Dhaka ha 12 milioni di abitanti. Ci accoglie il missionario Lucio con una volontaria bengalese che lavora nel progetto dei bambini di strada. Mentre Lucio si allontana per contrattare un taxi, veniamo attorniati da ragazzini, curiosi, ed un uomo allegro che succhia il betel.
Oggi pomeriggio, sotto una calura potente e umida, siamo andati a visitare uno dei luoghi dove opera il gruppo di volontariato bengalese, il Pothoshishu Sheba Songothon: New Market, un mercato dove si possono trovare tutte le mercanzie possibili. Qua circa una quarantina di bambini vive totalmente abbandonata dai genitori, vendendo qualcosa, arrangiandosi in qualche modo per tirare a campare. I volontari di questo progetto nel quale Lucio collabora in maniera importante, sono giunti nel punto di ritrovo settimanale, hanno salutato i bambini e poi li hanno divisi in gruppi per farli giocare, sorridere, infondere qualche stimolo positivo. Anche io e Daniele abbiamo giocato con loro utilizzando giochi manuali, dove non c'era bisogno di conoscere la lingua locale.

Queste piccole creature con gli occhi gia' segnati dalle crudezze della vita dimostravano un'allegria ed una fiducia verso noi adulti (gli stessi che li hanno abbandonati, che li maltrattano, li picchiano e li umiliano ogni giorno) sconcertante.
Al ritorno abbiamo preso un bus sferragliante strapieno di gente che ad un certo punto si e' fermato causa rottura del cambio. Con un senso di liberazione confusa siamo scesi dal torrido mezzo e poi saltati su alcuni riscio' a pedali per arrivare a destinazione.

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