Visualizzazione post con etichetta Partire. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Partire. Mostra tutti i post

sabato 16 marzo 2013

La partenza: prima del volo

Un viaggio di mille miglia comincia sempre con il primo passo.
Lao Tzu

Quando il bus di linea smorzo' il motore davanti al terminal, Ewan sentì che un altro passo del suo percorso era stato compiuto. I turisti discesero con ordine dal mezzo ma poi persero la loro compostezza accalcandosi ansiosi sui bagagli. Ewan guadagno' l'uscita del bus da ultimo, perché non aveva fretta:  era come se governasse e provasse indifferenza verso il tempo. Era una sensazione che diventava sempre piu' forte. Una sensazione nutrita dalla quasi impossibilita' di tornare indietro. Il giovane raccolse lo zaino, fece un cenno di saluto all'autista e si incammino' verso l'entrata. I suoi effimeri compagni di viaggio erano spariti all'interno dell'aeroporto trascinando enormi valigie di plastica.
 
Nel tragitto verso l'aeroporto le emozioni provocate dal distacco, dai saluti dei suoi cari radunati per l'ultimo addio in quella grande stazione dei bus, abbagliavano ancora in modo corrosivo la mente del giovane; imperscrutabili lame affilate sezionavano scientemente ogni gesto, ogni voce, ogni sguardo di coloro che abbandonava per alcuni anni. La potenza del viaggio gli baluginava davanti maestosa, ricca di infinite possibilita', eppure questa visione era temporaneamente macchiata dalla disgiunzione dei legami e dalla portata della sua scelta.
  
L'aeroporto era sopra il capo del giovane, con le grandi vetrate su cui specchiava il cielo sp1limpido accompagnato da ciuffi di nuvole che compivano giocosamente il loro giro. Come sara' il cielo d'America?
Davanti alle vetrate dei panorami riflessi si delineo' la figura magra di Ewan. "Ma chi sono?", si disse, fermandosi.
In quei momenti convulsi che mai riuscì completamente a decifrare, si stavano replicando esponenzialmente sensazioni nelle quali la sua persona fluttuava in un territorio di mezzo: Ewan era un mezzo-viaggiatore sospeso tra la partenza e il transito, ma anche un mezzo-Ewan (at)tirato dall'imperativo vocazionale del viaggio da un lato, e strattonato dall'altra parte dal vuoto che lasciava.
Il fedele compagno che portava il nome di Smarrimento seguì silenziosamente Ewan con il suo leggero bagaglio quando egli abbandono' le vetrate riflettenti per entrare nell'aeroporto.

Diritti riservati Creative Commons

martedì 19 febbraio 2013

La partenza: il distacco si compie

Le ruote del bus consumavano velocemente la strada. Ewan poteva vedere l'asfalto illuminato dai fari che passava sotto di lui e, verso sinistra, un tramonto ferroso che si adagiava lontano. Le inseparabili cuffie gli mandavano il post-rock dei suoi conterranei: un mantra siderale che nota dopo nota montava in esplosioni di chitarre elettriche. Era partito da qualche minuto e già conosceva le sonorita' appropriate al viaggio. Vicino a lui un ragazzo stava leggendo le cronache sportive da un giornale mangiando compulsivamente noccioline. Distrattamente esamino' gli altri passeggeri diretti verso l'aeroporto:  allegri turisti con vestiti dai colori vivaci, compassati professionisti e qualche immigrato che tornava in quella che non era probabilmente piu' la sua patria.   

Torno' con la mente alla recente dipartita: nella stazione degli autobus erano venuti a salutarlo i suoi cari, gli amici, e un paio di ex-compagni dell'universita'. Ewan aveva desiderato partire per il lungo viaggio dalla stazione della sua citta', solo, spoglio del superfluo.  Un bagaglio inferiore ai dieci chili. Libero. a
Sotto l'ultimo bagliore di sole primaverile, quell'8 maggio Ewan salì lentamente i gradini dell'autobus, decretando così l'ultimo atto della partenza, la separazione. Lo stacco dal suolo, salendo sul predellino del mezzo, sancì per il giovane la fine di un periodo, ratificando ancora una volta nell’aria la trasfigurazione dell'umano sotto l'influsso millenario del viaggio.  Bastarono pochi secondi.
Dopo mesi di decisioni vaganti nel limbo melmoso del dubbio e del ripensamento, di settimane frenetiche dove l'insicurezza di non riuscire a terminare le cose lo prendeva a tratti, dove aveva combattuto la contrarieta' di alcune persone a lui vicine, ora si trovava sul veicolo che conduceva per il lungo volo.
Quando il bus partì, Ewan saluto' quelle persone che si erano radunate per lui, le guardo' una ad una, piano, in silenzio, e vide i suoi legami che si allontanavano, diventando sempre piu' piccoli fino a perdersi, a svanire. In quei momenti incomprensibili dell'addio che da sempre segna gli individui, la solitudine si impossessò duramente di Ewan facendolo rimanere per qualche istante senza respiro.

Diritti riservati Creative Commons

mercoledì 23 giugno 2010

L’esperienza del Lasciare

Prima di abbandonare qualcosa è sempre così. Breve, lungo, definitivo, temporaneo, durante le frazioni del vivere sono diversi i sedimenti da cui ci si distacca. Hanno importanza relativa il luogo, il momento o lo stato emozionale: quello che cattura significato è il lasciare qualcosa divenuto familiare.
Nelle imprese dei secoli passati, ma anche nelle migrazioni attuali, la sofferenza della separazione era la componente primaria che dava forma e memoria al viandante  attraverso terre sconosciute. Il viaggiatore antico veniva considerato un'icona eroica ma anche tragica perché la partenza prefigurava un distacco quasi definitivo, un abbandono ricco di solitudine e di metafore assolute. vag

Manca poco alla separazione e un senso di inadeguatezza mi colpisce a tratti, il distacco è prossimo e la mente fatica ad accettare il cambiamento. Il quotidiano e i comportamenti che soggiornano nella tiepida palude delle abitudini collidono con la certezza negata di non essere più qui, di aver scelto ancora una volta l'allontanamento. Eppure sono convinto che presto il movimento libero si impossesserà di me portando nel semi-oblio quello che è rimasto dietro, quello che solo le spalle potranno ancora -e per poco- rimirare. E poi il solco della strada farà il resto. Ma fino a quando il flusso non mi porterà via, questo periodo di mezzo dell'attesa e del disorientamento rimarrà tale.

Lanciarsi in avanti con la testa alta, guardando l'indefinito con curiosità, attendendo le ondate lisergiche e pericolose dello spaesamento, combattendo con la fatica che purifica e accogliendo porzioni di sconosciuto che veicolano significato, mentre l'afflato bollente e acidulo di una mattina tropicale penetra nei polmoni. Ecco, sono qui, di fronte ad una nuova avventura che si inserisce nelle matrici intricate del destino. 
Vorrei poter scrivere come Ch'oe Pu: 'Sono portato dall'aria, la terra galleggia sotto di me',  sì, vorrei farlo.

mercoledì 1 luglio 2009

Partenza

Partire è perdere
separarsi da qualcosa
partire è scomparire
smarcarsi
non esserci più.

Dopo un anno si riparte.
Ma prima ancora si avvia la strana capacità cognitiva che riassembla una serie di mattoncini che si congiungono tra loro in modo casuale; peduncoli di ricordi, pratiche e situazioni rimasti sessili lungo una manciata di mesi.

Evviva, la Potenza del Viaggio chiama, ora è impossibile tornare indietro.
In pochi istanti salgono alla mente una babele di sapori, suoni, sensazioni, odori, ma soprattutto l'impellenza di essere sul bordo di ciò che abitualmente mi definisce per tuffarmi di colpo nell'alterità autentica e più ricercata. I gustosissimi frutti che portano il nome di rambutan, i durian, il caldo infinito, la gente, l'adattamento, la fatica... sono ora dissepolti.

Adesso posso entrare nel flusso lisergico del viaggio per perdermi dentro me stesso, ritrovandomi diverso ed un poco rinnovato. Ogni partenza significativa appare come la ricapitolazione di una storia personale.
E poi il movimento, sì, lo spostamento nello spazio che ringiovanisce.

Il saggista statunitense John Knowles scrisse nel 1964, dopo una lunga esperienza in Europa: "L'ultimo rutto d'America s'era spento sul margine esterno della Laguna veneziana e mentre mi muovevo sul mare Adriatico fermo, appesantito dal sole, me n'ero proprio andato. Era una sensazione di rinnovamento, anche dolce, come un ritorno a una primissima giovinezza; c'era una sensazione di mattino, e addirittura di innocenza."

E' proprio così, un mattino dolce, venato a volte da tratti lattiginosi di acidità e di sudore, è alle porte.
 
Creative Commons License
Travel Viaje Viaggio Voyage by Dr. Stefano Marcora is licensed under a Creative Commons Attribuzione-Non commerciale-Non opere derivate 2.5 Italia License.
Based on a work at travel-ontheroad.blogspot.com.