lunedì 26 agosto 2013

Il tifone mancato

Santiago Bay nelle isole Camotes e' un bel posto: spiaggia dorata, mare limpido e coralli. Questa mattina pare che le cose debbano cambiare in modo radicale.
Ria, la padrona della stanza dove vivo, bussa alla porta avvisandomi che e' in arrivo un tifone. Chiedo maggiori informazioni con un volto a meta' tra la preoccupazione e la curiosita'. Ria spiega che oggi le scuole sono chiuse e il mare e' piu' mosso del consueto, tranquillizzandomi sull'intensita' del tifone classificata uno, il piu' basso tra i tanti eventi naturali e disastrosi che affliggono le Filippine.
Posso comunque uscire da casa senza problemi. Mi sposto sulla spiaggia notando subito le prime anomalie: nel cielo plumbeo scorrono veloci e piatte nuvole stratificate,Cam tem sopra, il sole riesce a penetrare con una luce molto offuscata. Il vento alterna tratti di calma a folate improvvise. Il mare azzurro chiaro della baia ora lo vedo mosso e grigio. Nessuna imbarcazione, rare persone in giro. Forse anche perche' la marea e' in salita i ristoranti prossimi alla spiaggia hanno quasi portato a termine la chiusura degli spazi rivolti verso l'acqua, utilizzando teloni impermeabili saldati da corde. Anche le barche a bilanciere vengono portate sulla spiaggia.
Le notizie che arrivano durante la mattina dalla televisione e dalla radio sono confortanti: il percorso previsto dai meteorologi per il tifone sta cambiando, portandosi lontano dalle isole Camotes e da Cebu. L'unico evento straordinario pare saranno le onde di dimensione maggiore del consueto. Una piccola tempesta tropicale.
Provo a pensare il tifone in movimento tra acque lontane e atolli incontaminati.
Osservo ancora il mare, con le sue onde cicliche per nulla noiose; la marea sale, spingendo in avanti detriti e rifiuti dispersi. Un martin pescatore vola solitario verso le palme.

giovedì 8 agosto 2013

Verso le isole Camotes

Il traghetto delle ore 11 per le Camotes e' partito da un pezzo. Sono seduto su uno sgabello giallo girevole. Da una parte  -la poppa della nave- vedo l'isola di CebuCamt1 allontanarsi; dalla parte opposta incrocio sedili sui quali abitanti di Camotes tornano a casa e soprattutto festosi filippini di Cebu city pronti a passare il fine settimana in una delle loro settemila isole. Sono l'unico straniero. Nonostante questa mattina mi sia alzato prima delle cinque per un altro traghetto giunto a Cebu alle sette, sullo sgabello giallo ora sto benissimo.
Alla mia sinistra ci sono due uomini, poi una coppia di ragazzi e un signore anziano con il cappello da cowboy di cuoio e occhiali da sole neri; le mani callose, il viso, il corpo dell'uomo sono abbronzati da decenni passati a lavorare all'aperto, magari su una barca a bilanciere. Su un sedile imbottito dorme rannicchiata una donna con una borsa come cuscino. Dalle rughe di fatica cresciute sul viso posso dedurre che la vita anche con la signora dormiente non deve essere stata troppo tenera.
Le iridi si spostano veloci agli schiamazzi di un gruppo di giovani: tutti indossano una polo color rosso e grigio con "SK" come stemma sul petto. I maschi sono tutti sovrappeso, mentre le ragazze dai capelli tinti color castano portano gli occhiali da sole. Scherzano tra loro in modo spontaneo ridendo come bambini; solo alla vista del gruppo SK dall'orientamento sessuale decisamente aperto, che mangia patatine bevendo analcolici, ti mette allegria. Mi volto camt2e sono in movimento sul mare delle Camotes piatto e privo di ventilazione. Dalla liquida tavola abbagliata da un sole pallido compaiono veloci due delfini diretti verso oriente.
Tra la fila di sgabelli e i lunghi sedili blu c'e' un piccolo chiosco molto indaffarato: vende bevande e patatine con aromi aggiunti a scelta. Dopo gli analcolici, il prodotto piu' veduto e' la zuppa di noodles pronta: e' sufficiente versare nel bicchierone di carta oleata acqua bollente, aspettare un minuto ed il miscuglio e' pronto. Appoggiato al banco del chiosco c'e' un uomo dalla maglietta rossa senza maniche e occhiali da sole con montatura blu intento a trangugiare lattine di birra filippina San Miguel.
Gli altri sgabelli gialli che guardano sul mare sono occupati da un gruppo di giovani vestiti da ciclista. Anche loro sono allegri ed eccitati per il giro che hanno in programma. Mi metto a parlare con uno di loro, Christian, capelli corti, carnagione chiara, occhi svegli e sinceri. Christian e' uno studente di Cebu city che  per la prima volta viene sulle Camotes in bici. Due, tre giorni con un itinerario di massima, nessuna prenotazione, insomma liberi. Vengono su queste isole perche' sono poco abitate e quindi il traffico non e' forte e pericoloso come a Cebu. Christian ha viaggiato parecchio nelle Filippine e mi consiglia di visitare le isole di Bohol e Siquijor.
Mentre parlo con il ciclista, dei posti a sedere si liberano, subito occupati da un altro interessante gruppetto: coppia con figlio sui quattro anni, bambinaia e amica. I genitori avranno trent'anni, entrambi di carnagione chiara e lineamenti del viso filippino-cinese: anche se vestono in modo casual ho l'impressione che provengano da famiglia benestante. La bambinaia, meno di venti anni, rincorre continuamente il piccolo intento ad ispezionare tutta la nave. L'amica della coppia e' un Lady Boy, un travestito. Il Lady Man ha i capelli ramati in una coda, indossa una canotta colorata e short jeans. Ai piedi dalle unghie smaltate porta ciabatte con suola di sughero. I Lady Boy non sono assolutamente infrequenti nel Sud-Est asiatico e continente indiano; peraltro sono negli stati a regime musulmano la loro vita e' meno facile. Ma questo purtroppo lo sappiamo.
Il tempo passa tranquillo e le Camotes sono ormai vicine. Ora mi sposto da un lato all'altro dell'imbarcazione per studiare meglio la costa dell'isola piu' vicina: a muraglie di roccia nera si alternano piccole baie di sabbia chiara. Subito dopo si sviluppa vegetazione spontanea o boschi di palme da cocco. Seminascoste tra gli alberi delle insenature vedo qualche abitazione. Ormai ci siamo.
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