Dal mirador Killi Killi si abbraccia la città e la si comprende. Partendo dal nucleo centrale subito si riconoscono i nuovi, sfarzosi, inutili, grattacieli delle istituzioni governative che nascondono i pochi edifici storici e le chiese del centro. Palazzi moderni svettano nel fondo della conca insieme allo stadio di calcio con qualche striminzita area verde, e poi... gli occhi si saturano di marrone che volge verso il cielo intenso. Il marrone della terra? No, quello dei mattoni di decine di migliaia di case che salgono sulle colline che circondano la capitale. A destra si riconosce la caotica El Alto, la città nella città, con i suoi 4000 metri di altitudine.
Il rumore infinito del conglomerato urbano arriva implacabile fino al mirador. La Paz, la città dove i luoghi del centro sono densi di ricordi potenti, con lo stupefacente teleférico e l'ancor più stupefacente catena dell'Illimani, una perla che risplende lontana.
Dopo essermi riempito il cuore dall'alto del mirador Killi Killi decido di raggiungere a piedi il cimitero monumentale. Arrivo fino a calle Comercio e la percorro nella sua interezza, passando per la centrale plaza Murillo, il museo nacional, insinuandomi apaticamente tra gli ambulanti che vendono abbigliamento, i turisti, i vagabondi, i mendicanti che si mischiano a persone vestite con giacca e cravatta.
Dopo aver visto appena la chiesa San Francisco, passo all'avenida América e qui il traffico diventa problematico. Con il respiro veloce che introietta aria rarefatta e fumo denso dei micros, guadagno la vecchia stazione dei treni e poi improvviso: per raggiungere il cimitero basta seguire dal basso la linea rossa del teleférico. Passo strade sconosciute brulicanti di mercati e botteghe occupate da avventori esigenti. La pioggia di ieri è riuscita a togliere l'onnipresente odore di orina che trasuda La Paz.
Quando i negozi cominciano a vendere prodotti cimiteriali, è facile intuire la vicinanza dell'obbiettivo. Infatti quasi subito individuo l'imponente muro bianco che circonda parte del cimitero.
Dall'entrata principale del camposanto si articola un efficace percorso guidato che passa per i monumenti funebri dei presidenti e delle personalità boliviane, dei militari e delle famiglie benestanti. Sto bene. Cammino piano con l'aria fresca di La Paz che gira intorno ai manufatti imponenti, agli alberi sempreverdi del cimitero, alla collina non lontana che sale verso El Alto.
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Il rumore infinito del conglomerato urbano arriva implacabile fino al mirador. La Paz, la città dove i luoghi del centro sono densi di ricordi potenti, con lo stupefacente teleférico e l'ancor più stupefacente catena dell'Illimani, una perla che risplende lontana.
Dopo essermi riempito il cuore dall'alto del mirador Killi Killi decido di raggiungere a piedi il cimitero monumentale. Arrivo fino a calle Comercio e la percorro nella sua interezza, passando per la centrale plaza Murillo, il museo nacional, insinuandomi apaticamente tra gli ambulanti che vendono abbigliamento, i turisti, i vagabondi, i mendicanti che si mischiano a persone vestite con giacca e cravatta.
Dopo aver visto appena la chiesa San Francisco, passo all'avenida América e qui il traffico diventa problematico. Con il respiro veloce che introietta aria rarefatta e fumo denso dei micros, guadagno la vecchia stazione dei treni e poi improvviso: per raggiungere il cimitero basta seguire dal basso la linea rossa del teleférico. Passo strade sconosciute brulicanti di mercati e botteghe occupate da avventori esigenti. La pioggia di ieri è riuscita a togliere l'onnipresente odore di orina che trasuda La Paz.
Quando i negozi cominciano a vendere prodotti cimiteriali, è facile intuire la vicinanza dell'obbiettivo. Infatti quasi subito individuo l'imponente muro bianco che circonda parte del cimitero.
Dall'entrata principale del camposanto si articola un efficace percorso guidato che passa per i monumenti funebri dei presidenti e delle personalità boliviane, dei militari e delle famiglie benestanti. Sto bene. Cammino piano con l'aria fresca di La Paz che gira intorno ai manufatti imponenti, agli alberi sempreverdi del cimitero, alla collina non lontana che sale verso El Alto.
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