martedì 30 aprile 2019

Le albe dalla Isla del Sol

Dalla stanza posta in cima al villaggio di Yumani ogni mattina ammiro l'alba che sorge dalla Cordillera.
Quando fuori i pendii umidi brinano, e la stanza dalle finestre esposte al sole riesce ancora a mantenere l'alito di calore del giorno passato, tra montagne di trapunte il mio volto si innalza per ammirare il nuovo mattino sulle terre alte del continente americano.

Scomparse le ultime stelle, il cielo limpido in alto è grigio piombo, diventando più chiaro e lattiginoso via via che si avvicina alle creste montagnose da dove sorgerà il sole.
Le pochissime nuvole sottili che vagano nella volta sono ancora cinerine, mentre le acque appena increspate del lago Titicaca riflettono qualche onda luminosa più dell'aria.
Aumentando la luce posso distinguere persone del villaggio che camminano silenziosamente in compagnia dei fedeli asini, i colori delle case, degli alberi, dei prati e della dirimpettaia isola della Luna.
Mentre la schiena avvisa i primi brividi di freddo, i raggi di un sole ancora invisibile proveniente dal caldo (querido) tropico boliviano rendono distinguibili i ghiacciai dalle rocce della Cordillera Real. Oltre il lago che non finisce mai, paradossalmente i monti appaiono incredibilmente limitrofi e vividi, forse perché perfettamente delineati dall'alba che sale. E il lago Titicaca, la Cordillera, il cielo dividono il mondo in tre parti distinte nell'aria rarefatta dei 4000 metri.
Un respiro forte, un sospiro ed il sole esce dalla montagna, illuminando il mio volto, il torace, il letto. Riempiendo di luce e calore la stanza sopra il villaggio di Yumani.
Cosa farà oggi il mio cuore ancora ammaliato dal crepuscolo che porta il giorno?

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