domenica 22 marzo 2020

Iquique

Dopo una infinita quantità di movimento e transito atterro a Iquique.
L'ambiente si presenta alle iridi nella sua forma più austera.
Immagini di deserto e di mare. Oltre l'oceano fertile, la terra, la sabbia dalle quali nulla cresce. Mai.
Fuori le mura dell'aeroporto mi accolgono i taxisti, qualche cartellone pubblicitario, una lunga collina che si estende fino all'acqua salata e quindi i prodromi di quello che è il deserto più arido del mondo. Atacama. Oceano e deserto saranno i compagni e le icone del viaggio che inizia oggi.

Aspetto il Turbus che porta alla città. 3000 pesos. L'autobus schizza veloce su una strada costiera ben sistemata, offrendo panorami assoluti, immanenti. Un poco di foschia dovuta probabilmente all'effetto delle onde che si infrangono sulla costa appanna la visuale lontana. Nessun passeggero parla, tutti sono ammaliati da quello che scorre oltre il finestrino.
Poi la baia si allunga, le montagne si fanno più lontane e cominciano le prime urbanizzazioni. Case a schiera in mezzo al nulla, concessionari di automobili, magazzini, fabbriche e quindi la città. Mi faccio lasciare vicino al mercato centrale. Il sole è forte, anche se aliti di aria marina arrivano leggeri fino a dove mi trovo.

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venerdì 20 marzo 2020

Cactus Cardón


 
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