L'autobus per l'Argentina mi aspetta nella stazione di San Pedro. Qualche cileno, qualche argentino, molti viaggiatori occidentali. Piccola babilonia di cani randagi dagli occhi dolci alla ricerca di qualcosa di commestibile: dovere offrire una timida carezza a qualcuno di loro.
Lentamente un altro magnifico giorno rinasce dalla terra fredda del deserto di Atacama.
Invincibile sarà la data del 22 gennaio 2020. Ancora nell'estate australe attraversando frontiere. Velocemente prendo posto nel piano superiore del bus salutando il singaporiano seduto accanto a me. La compagnia di trasporto è Andesmar con la quale feci non-stop 36 ore di viaggio da Buenos Aires a Río Gallegos. 2600 chilometri sulla mitica Ruta Nacional 3, con gli occhi che guardavano a sud https://travel-ontheroad.blogspot.com/2011/11/rotta-australe-da-buenos-aires-rio.html
È nelle cose. Era già scritto nelle aspettative e nelle sensazioni che quasi subito fuori dal finestrino di quell'autobus diretto a Salta l'inverosimile, ciò che non è terreno, prendesse corpo. Precipitiamo in salita nel deserto più secco del mondo guidati da un nastro d'asfalto perfettamente riconoscibile. Tornanti, curve in mezzo al nulla apparente, in avvicinamento alle montagne. Qualche piccola gola e poi, in un attimo o quasi, siamo sulla Puna. La coppia di francesi davanti a noi non dissimulano la loro eccitazione.
La Puna, l'altopiano, si mostra nella sua preziosa nudità, svelando la sua uniforme terra rossa che tende al grigio, le sue colline e le montagne vulcaniche coperte da neve verginale. L'autobus Andesmar corre veloce verso l'Argentina passando con noncuranza i 3000, 4000, 4500 metri.
Il singaporiano mi fa notare alcuni esemplari di vicuña la cui lana preziosa serviva a coprire i re dell'antichità: gli animali quasi perfettamente mimetizzati con il paesaggio corrono lontani da noi.
Il passo di Jama che divide il Cile dall'Argentina arriva all'improvviso dopo aver vagato con il mezzo a motore su e giù per l'altopiano desertico. Le nostre visioni sono ancora piene di neve, montagne e laghetti da cui escono vapori caldi. Fenicotteri dai colori lisergici abitano le pochissime aree dove arriva l'acqua.
In Argentina le visioni mutano solo quando si comincia lentamente a scendere. Il versante est della Puna risulta via via più umido e verde popolato da lama e viscacce di montagna. Nuvole grigie vagano nel cielo rendendo meno abbacinante il riflesso dei laghi salati che appaiono quasi alla fine del promontorio.
Poi comincia la discesa vertiginosa verso la Quebrada de Humahuaca, Jujuy.
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