giovedì 31 dicembre 2020

Punta di Jandía, Fuerteventura

 

31 dicembre 2020. Ho appena terminato il cammino che separa la fine di questo lembo di mondo dalla mia destinazione. Gli occhi sono ancora impregnati da tutti quei 26 chilometri di costa oceanica che dal faro di Jandía portano a Morro Jable. Quale regalo migliore la Natura poteva farmi?

La mattina inizia con l’autobus che mi lascia nel minuscolo villaggio di Puerto de la Cruz. Raggiungo il faro passando per la costa nord ovest di Punta Jandía. Onde impetuose della riva di Barlovento si infrangono senza sosta sulla scogliera scura, nel tentativo di addolcire le rugose rocce vulcaniche. Il vento moderato da nord rende piacevole il movimento.

Il faro sembra quasi lì ad aspettarmi, come attende ogni santo giorno dell’anno i  navigatori di mare e terra, avvisando che qui l’isola inizia o finisce. Insieme alle auto noleggiate dei turisti arriva un gruppo di rumorosi quad.

Lascio la Punta per tornare indietro, questa volta lungo la più tranquilla costa di Sotavento. La stretta fascia di terra che divide le due rive è costituita da sabbia proveniente da una friabile e chiara roccia basaltica.

Cammino respirando forte lo iodio della bassa marea, dentro la mite luce del sole invernale, scendendo e risalendo scogliere, lasciando impronte evanescenti sulle spiagge che compaiono all’improvviso, veicolato dall’esperto movimento del corpo.

Dopo qualche chilometro vedo decine di surfisti accalcati nello stesso posto in attesa dell’onda congeniale. Sono quasi tutti giovani e stranieri, muniti di furgone o camper.

Mentre le montagne a nord si avvicinano, mi concentro ancora una volta sulla flora e fauna del Parco naturale di Jandía. Le piogge di dicembre stanno

modificando il deserto: i cespugli emettono nuove gemme e foglie, dalla sabbia e dalla ghiaia vulcanica crescono piantine dai piccoli fiori; impollinatori, cavallette o grilli,  lucertole e piccoli volatili si fanno più gagliardi. Quasi tutto il paesaggio sta subendo una temporanea mutazione, colorandosi di verde.

Il vento mi soffia nella parte sinistra del corpo; quando sono al suo riparo quasi sudo, sulle scogliere le maniche corte della camicia sentono il fresco.

Dopo dieci chilometri abbondanti di percorso ritrovo la spiaggia nascosta dove tempo fa avevo fatto il bagno. Ridiscendo la sua gola stretta e rimango a osservare le onde che si buttano sulla arena muovendo, negli angoli della minuscola insenatura, levigate pietre scure.

Diritti riservati Creative Commons

 




 

 

Nessun commento:

Posta un commento

 
Creative Commons License
Travel Viaje Viaggio Voyage by Dr. Stefano Marcora is licensed under a Creative Commons Attribuzione-Non commerciale-Non opere derivate 2.5 Italia License.
Based on a work at travel-ontheroad.blogspot.com.