giovedì 14 giugno 2018

Lima, primo impatto


Un misto di nebbia, inquinamento e foschia attende il tramonto sulla citta'. Sono le 17 e non so cosa fare.

Decido di uscire dalla struttura aeroportuale, pur rimanendo nel suo protettivo sedime.
Faccio due passi con la borsa in spalla in attesa che arrivi la decisione. Decine e decine di passeggeri vanno sicuri verso le loro destinazioni. Parlo con un taxista abusivo, poi incontro di nuovo Miguel, un conducente autorizzato.
Vorrei uscire in strada per prendere un bus o un taxi collettivo ma so che e' complicato e pericoloso. Sono appena arrivato in Peru'. Quindi contratto con Miguel.
Miguel e' un taxista giovane e spigliato. Mi mostro tranquillo e senza fretta. Alla fine l'autista accetta la tariffa che gli propongo. Si parte per Miraflores.



Appena saliti in auto Miguel chiude la sicurezza delle porte. In due secondi siamo nel traffico violento e infinito di Callao. Auto malandate e luccicanti SUV, camion sbuffanti fumo, bus di linea pieni all'inverosimile, pedoni che corrono per non essere falciati durante l'attraversamento. Coda. Coda. 


Il suono continuo dei clacson si suddivide principalmente dal tocco leggero del taxista che cerca passeggeri, dallo  strombazzare lungo del guidatore arrabbiato. Continuamente a venti centimetri dalla collisione con un altro mezzo.


Dopo aver passato un'uscita che porta al centro storico, ci inoltriamo verso il sud dell´immensa metropoli. Mentre l'aria fosca si tinge di oscuro grazie al tramonto, Miguel mi racconta di suo figlio e della famiglia, e della sua Lima. La radio propone un miscuglio di musica andina, raggaeton e pop latino.
 
Raggiungiamo il mare. I viali puliti ed ordinati di Miraflores ci accolgono con il buio del cielo palpabile. Ristoranti, locali, palazzi signorili protetti da filo metallico elettrificato. Sono quasi arrivato.

La lotta del traffico non si esaurisce neanche a Miraflores, Lima.


mercoledì 23 maggio 2018

Artigianato sud messicano


venerdì 18 maggio 2018

Le nuvole oltre San Cristóbal

Incontro Bernie davanti all'alojamento di San Cristóbal, nel quale mi trovo da quattro giorni. Sono mesi che le nostre coscienti solitudini si incrociano per una manciata di momenti significativi, scambiandoci impressioni di viaggio e consigli, allegrie e stanchezze. Dalla Bassa California fino a sud, nel cuore indigeno della terra Mesoamericana.
Bernie prima chiede in giro i prezzi, poi opta per una stanza dove ora mi trovo. Ci facciamo un caffè nella cucina comune della posada, prima di uscire nella pulita fresca mattina di San Cristóbal de las Casas. Chiapas.
Dopo il caldo ossessivo, le mosche della sabbia e i post-hippies ipocriti del Istmo, nulla di meglio inalare l'aria dei 2000 metri di SC. Aria che odora di pini e di nuvole che trasmigrano verso l'oceano Pacifico.

Bernie è un messicano magro, a tratti timido, spesso socievole, curioso, colto. Ha vissuto e viaggiato in Asia. E' appena reduce da un viaggio di almeno dieci ore da Huatulco, costa di Oaxaca. Gli chiedo se vuole riposare. No, andiamo.

In attesa che i mercati chiapaqueños arrivino al loro festigio, facciamo un giro nella città assonnata. Come sperimentato in molte occasioni, quasi nulla è più interessante della città durante il primo mattino: gli anziani che si recano nei caffè, gli ambulanti che cominciano ad appropriarsi degli spazi dove esporre la loro mercanzia, gli spazzini, uomini e donne ben vestiti che tornano da una festa ancora spiritati dalla notte decaduta. La calma. Viaggiatori alla ricerca.

Con ottimo umore Bernie entra in una pasticceria del centro dove prende un altro caffè ed un paio di paste. Una me la offre.
Prendiamo l'avenida Utrilla per dirigerci verso il mercato composito di Santo Domingo. Oltre ai prodotti indigeni più o meno artigianali, nelle strette vie adiacenti la chiesa e verso nord si accalcano venditori ambulanti di tutti i tipi: alimenti, utensili per la cucina, scarpe e vestiti, erbe curative, oggetti, cose. Una strada dietro il convento di S. Domingo porta diritta al mercato municipale, l'autentico mercato del centro città, congiungendo l'area più turistica con quella popolana.      

Nel mercato del municipio consumiamo il pranzo. Il settore dedicato alla ristorazione è dislocato proprio nel cuore della fiera, in un dedalo contorto, angusto ed irregolare di bancarelle. Non è facile trovarlo. Negli stand più esterni è possibile vedere qualche turista messicano od occidentale, ma nel suo nucleo...
Su un tavolaccio, appena dentro il viavai dei passanti indigeni, sotto i teli chiari oscurati dalle nuvole zingare del Chiapas che promettono pioggia, consumiamo il nostro pasto.



martedì 24 aprile 2018

Juego de la Pelota, m. Albán


 
Creative Commons License
Travel Viaje Viaggio Voyage by Dr. Stefano Marcora is licensed under a Creative Commons Attribuzione-Non commerciale-Non opere derivate 2.5 Italia License.
Based on a work at travel-ontheroad.blogspot.com.