martedì 9 febbraio 2021

A pochi metri dal paradiso: il rifugio Punta de Los Roques. La Palma

 

Grande gita oggi. La guagua 300 mi lascia al Centro visitatori del Parco nazionale Caldera de Tamburiente. Inizio di febbraio a quasi 900 metri di altitudine e la primavera nel centro dell’isola La Palma sorge all’improvviso con le erbe e i peschi selvatici in fiore, i richiami dei volatili e l’aria che profuma.

Dopo aver passato il santuario della Vergine del pino, il bosco di conifere endemiche impera. Magnifici esemplari di pino canario scorrono negli occhi adoranti. Il sentiero bianco e giallo n. 1 comincia a salire arrampicandosi per una costa che ascende fino alla leggendaria Ruta de Los Volcanes.

Il mondo là in basso e all’orizzonte appare come un puzzle incompleto causa le chiome degli alberi e qualche nuvola. Vedo a pezzetti una parte della Caldera, il Pico Bejenado, Los Llanos e l’oceano Atlantico senza più confini a ovest.

La traccia rocciosa sale a zigzag senza pietà. Supero un tedesco e poi una coppia che spinge bici elettriche.

Ben presto raggiungo il sentiero 131 lasciando l’oscurità della foresta dai rami grondanti di licheni. Sono sulla principale dorsale dei vulcani. Ahora sí.

Poco dopo il percorso tocca il versante est con una macchia estemporanea di Lauracee e il mare di nuvole basse che copre l’altra metà dell’isola fino a sud. Dal magma nuvoloso svettano lontani El Teide completamente innevato, La Gomera e El Hierro.

La salita verso il rifugio Punta de Los Roques dal Reventón segue il crinale vulcanico, tra pini e un sottobosco rado, dove spiccano piante dai fiori simili alla rosa canina, della famiglia delle Cistacee. All’ombra ancora qualche traccia di neve caduta tra il 4 e il 5 febbraio 2021.

La Ruta de Los Volcanes raggiunge in questo tratto il massimo di 2000 metri di altitudine, passando per il Pico Ovejas, mentre da ovest stanno arrivando nuvole più insidiose. Il sentiero scende.

Il refugio de Punta de Los Roques mi aspetta solitario, con una visione paurosa sulla Caldera di Tamburiente e l’imponente canyon/conca da essa creato. Osservo per lungo tempo il Pico de La Cruz, il Roque de Los Muchachos e gli abissi della gola, con il signore dell’arcipelago a sud est sempre presente. Al signore Teide riuscirò a rendere omaggio fino a quando le nuvole ascendenti copriranno i panorami.

 

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