lunedì 12 agosto 2019

L'arrivo a Chengdu

Il volo da KL giunge quando ormai il sole ha abbandonato queste terre. L'aereo pieno di turisti e commercianti rumorosi ha affrontato le propaggini di un monsone attivo che si spinge verso nord. Sul velivolo ho visto solo una occidentale.
Sono avvolto da uno spaesamento controllato. Troppo movimento veloce, troppo transito, troppi cambi in poche decine di ore.
Giunti all'immigrazione i chiassosi cinesi diventano improvvisamente quieti. Il funzionario esamina il mio passaporto, il visto, mi guarda, scatta una fotografia e poi mi riconsegna il documento. Sono in Cina continentale per la prima volta.

La mattina successiva esco dalla struttura dopo aver passato la notte in aeroporto. Gli occhi stanchi ancora conservano le immagini delle folle oceaniche che si prestavano a prendere un volo, telecamere ovunque e la difficoltà di farmi capire. Tranquillo, è solo un piccolo assaggio di quello che ti aspetterà, don Esteban.
Infatti. Infatti per chiedere quando arriva il bus numero 2 diretto a Tianfu square devo per forza usare il traduttore del telefono. 

Col viaggiare l'autobus lentamente si popola di gente silenziosa ed educata. Fuori scorrono catene e catene di scialbi palazzi residenziali, capannoni, insegne dal significato sconosciuto, strade e superstrade, svincoli imponenti ed il rumore dei clacson onnipresente.

Capisco che ci avviciniamo al centro di Chengdu quando imbocchiamo la Renmin south: grattacieli dalle forme sempre più ricercate, hotel immensi, alberi, pulizia e decoro urbano, gente a piedi diretta al lavoro, traffico e negozi indicanti prestigiose firme internazionali. Moto elettriche e bici pubbliche lasciate ovunque.
Non so se sono mai stato in una città che supera i 14 milioni di abitanti, ma già questa metropoli mi piace; l'autista mi avvisa che tra poco sarò nel suo cuore, Tianfu square.

Scendo, mi oriento un poco con la mappa mentre gente ben vestita passa velocemente davanti a me ed al mio zaino che ha visto e ancora tanto dovrà vedere. La Dongchenggen è ad un isolato e mezzo da qui. Passo davanti al monumento di Mao contornato de migliaia di fiori estremamente curati, infine termino l'attraversamento della piazza, la più grande del sudovest della Cina.
Mentre l'aria fresca della mattina all'apparenza non troppo inquinata scivola nei polmoni mi avvio alla ricerca dell'alloggio. Vorrei riposare un poco.



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