Alzo gli occhi dalla sabbia fresca del mattino e mi trovo davanti le rocce marroni che definiscono la spiaggia, l'erba morta, i cespugli, i cactus e, ancora una volta, mi sembra tutto nuovo. E' la luce nuova del mattino o un'altra rinascita?
Quello di cui sono certo è che mi trovo nella playa Los Arbolitos, parco marino di Cabo Pulmo, nell'estremo sud dell'infinita penisola californiana.
Ieri una coppia di messicani che vivono a Sacramento, USA, mi hanno portato fino a qui. Ho affittato una piccola tenda verde e l'ho distesa sulla sabbia, sotto un ombrellone di foglie di palma. Non contenti di avermi offerto un passaggio da La Ribera, i due messicani mi hanno dato dell'acqua ed un paio di asciugamani come giaciglio notturno. Poi sono tonati a San José.
Tutta la riserva marina di Cabo Pulmo ha qualcosa di di speciale, mai visto. L'austero deserto si congiunge con il fertile mare di Cortéz. Strade sterrate mostrano decine di insenature segrete e ampie baie, spiagge con cristallina acqua tropicale liberate dalle convenzionali palme da cocco. Notti liberate dal caldo umido, con temperature che salgono e scendono molto velocemente.
Identita' mutanti, nuove esistenze, sotto la potenza del viaggio e dell'incontro.Quando il sole senza nuvole comincia a scaldare, prendo il sentiero che segue la costa. Roccia, sassi, sabbia ed il mare calmo. La terra trasuda calore. Compio un paio di chilometri, quindi scendo verso una piccola insenatura. Rapaci ed uccelli marini giocano il vento che viene dall'oceano Pacifico. L'acqua sembra piu' calda del solito. Lego le infradito alla fettuccia dei calzoncini e mi immergo nel liquido dal quale tutti veniamo seguendo la barriera corallina che riporta a Los Arbolitos.
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