lunedì 12 giugno 2017

Il viaggio inizia

Con l'avanzare delle ore la foschia copre le montagne lontane. L'aereo vira su una Città del Messico che non finisce mai: strade, case, qualche parco, campi da calcio, le tende plastificate dei mercati rionali. Case-case-inquinamento-persone.
Oltre la capitale vedo montagne aride solcate da torrenti che talvolta si riempiono d'acqua. Proseguendo verso nord la cordillera si arricchisce  di alberi e qualche lago. Passo sopra uno di questi, molto grande e poco profondo. Piu' a ovest gli occhi raggiungono un paio di montagne alte semicoperte dalle nuvole. Il cratere di un vulcano spento dove si raccoglie un laghetto. Boschi che bruciano.

Ad un certo punto tocchiamo la costa pacifica: prima verde, poi una striscia regolare di sabbia, quindi le onde vigorose dell'oceano.

Il peduncolo della Bassa California arriva all'improvviso, di soppiatto. Anche da qui, dall'alto, si capisce che il mare, la costa, l'entroterra della California che guarda il mare di Cortéz possiede qualcosa di unico, straordinario. L'aereo scende verso La Paz. Prima di arrivarci viriamo attorno ad una lingua di terra che si protende verso est e poi a nord. In essa sono contenute piccole insenature. Il mare è verde, calmo, deserto. L'acqua di cristallo permette di vedere la sabbia chiara sottostante, le rocce marine e forse coralli. Montagne aride di pietre rossastre e gialle si gettano sul mare. Atterro a La Paz, Bassa California del sud.
Il viaggio inizia.




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