venerdì 14 aprile 2017

Struttura di un'orazione. Karsha monastery

Gli scalini di pietra non terminano mai. Atomi di quiete salgono con me verso l'alto. Centoventi metri di dislivello per raggiungere la sala della preghiera. La prima puja a Karsha.
Nel frattempo la valle Zanskar e le sue montagne himalayane a sud si illuminano del crepuscolo. Il corno suona la seconda volta nel cielo, a 3680 metri di altitudine.
 
Siedo in fondo, sul tappeto. Davanti a me uno stretto tavolino. I monaci si prostrano a terra, recitando suoni mantrici; i loro abiti purpurei aleggiano sul consumato pavimento di legno, sollevando minute particelle di polvere.  La prima luce del giorno si mischia a quelle elettriche che illuminano il monastero più antico della valle Zanskar.
Una volta tutti seduti, i monaci bambini cominciano a distribuire tè con latte attraverso grosse teiere di alluminio. Mi fanno avere una tazza mentre piedi piccoli sgambettano veloci nella sala. Inizia la preghiera. Lamenti e litanie inondano l'ambiente, guidate da un monaco anziano che dirige le letture. Tonalità basse si mischiano a quelle mormoranti ed acute dei bambini. Fuori gli uccelli cantano lodi al giorno nuovo.

La sala dalle colonne di legno è attorniata da affreschi murari, da scaffali dorati contenenti immagini del Buddha e rotoli di pergamena di antiche preghiere. In mezzo al locale si leva in alto una gigante figura di Buddha, la cui testa si innalza verso una cupola vetrata superiore.
Ad un certo punto l'orazione si ferma, arriva il tè al burro salato, ed un giovane comincia a mostrare alcuni oggetti e denari provenienti da donazioni, leggendo in seguito alcuni annunci.
Ricomincia la puja. Sali, vola, espandi il mantra primigenio: Om MaNi Padme Hum.
Con il sapore di burro sulle labbra cerco me stesso con disincantata intensità, partecipando all'orazione collettiva. I monaci muovono lentamente il proprio tronco avanti ed indietro. Qualcuno suona campanelle tibetane ed una percussione. Teiere fumanti continuano a girare nel monastero per congedare il fresco del primo mattino.
Il monaco bambino accanto mi offre due biscotti. Il vero gioiello del fiore di Loto.

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