Una bancarella di frutta, un venditore di biglietti della lotteria, la panetteria, il negozio di vestiti, e dall'altra parte il traffico violento e rumoroso delle sette del mattino. Caldo? Dopo mesi di temperature elevate i 600 metri di Kandy sono un moderato paradiso. Mi sto apprestando a lasciare la bella citta' dell'estremo nord del Hill Country per andare piu' in alto e piu' a sud.
Questa mattina (quasi) come al solito: sveglia all'alba, ginnastica, bagaglio e decine di minuti a piedi evitando accuratamente le proposte dei conducenti di tuk tuk.
Attraverso parte della caotica stazione dei bus e salgo sul minivan espresso delle 6:50 per Nuwara Eliya, verso le piantagioni di the piu' famose del globo.
Dapprima la strada non differisce molto da quella percorsa per raggiungere Kandy: curve e saliscendi, case o chioschi, animali, e scatole a motore che usano il clacson. Dopo un paio di cittadine per nulla interessanti si comincia a salire, e dai 900 metri di altitudine, terminati una serie di scavallamenti collinari, vedo pendii e pendii tappezzati ordinatamente a cespugli di the. Il sole illumina il verde intenso e vivace delle piante poste sempre in pendenza e associate a qualche albero. Le coltivazioni sono posizionate con estrema cura, rispettando le curve di livello.
Ora la strada e' circondata da alberelli di un metro con grossi tronchetti, un poco simili ai bonsai. Tra le piante che producono la bevanda piu' diffusa scorgo i movimenti fluidi dei raccoglitori; si spostano tra un cespuglio e l'altro muovendo velocemente le mani, prelevando i preziosi germogli verde chiaro. A queste donne e uomini di etnia Tamil pagati una miseria sara' concesso di bere soltanto gli scarti, la polvere, del loro raccolto. Le pregiate foglie essiccate -le Silver, le Orange Pekoe o Green- sono destinate prevalentemente al mercato straniero.
Il minibus si arrampica su nuove colline, le cui basi sono ricche di orti e punteggiate da qualche casa coperta da tetto in lamiera. I 1800 metri di Nuwara Eliya non sono distanti.
Diritti riservati Creative Commons
Questa mattina (quasi) come al solito: sveglia all'alba, ginnastica, bagaglio e decine di minuti a piedi evitando accuratamente le proposte dei conducenti di tuk tuk.
Attraverso parte della caotica stazione dei bus e salgo sul minivan espresso delle 6:50 per Nuwara Eliya, verso le piantagioni di the piu' famose del globo.
Dapprima la strada non differisce molto da quella percorsa per raggiungere Kandy: curve e saliscendi, case o chioschi, animali, e scatole a motore che usano il clacson. Dopo un paio di cittadine per nulla interessanti si comincia a salire, e dai 900 metri di altitudine, terminati una serie di scavallamenti collinari, vedo pendii e pendii tappezzati ordinatamente a cespugli di the. Il sole illumina il verde intenso e vivace delle piante poste sempre in pendenza e associate a qualche albero. Le coltivazioni sono posizionate con estrema cura, rispettando le curve di livello.
Ora la strada e' circondata da alberelli di un metro con grossi tronchetti, un poco simili ai bonsai. Tra le piante che producono la bevanda piu' diffusa scorgo i movimenti fluidi dei raccoglitori; si spostano tra un cespuglio e l'altro muovendo velocemente le mani, prelevando i preziosi germogli verde chiaro. A queste donne e uomini di etnia Tamil pagati una miseria sara' concesso di bere soltanto gli scarti, la polvere, del loro raccolto. Le pregiate foglie essiccate -le Silver, le Orange Pekoe o Green- sono destinate prevalentemente al mercato straniero.
Il minibus si arrampica su nuove colline, le cui basi sono ricche di orti e punteggiate da qualche casa coperta da tetto in lamiera. I 1800 metri di Nuwara Eliya non sono distanti.
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