lunedì 23 aprile 2012

Viandanti su Buenos Aires

E' sufficiente uscire dalle vie del grande commercio e del turismo per inalare la fragranza invisibile di Buenos Aires. Un'atmosfera impossibile da determinare che mischia odori di lavoro e di collettivita' irradiata a tela di ragno, vento di metropoli contaminato da vigorose brezze social-popolari provenienti da tempi non lontani e storie di genti. E' raschiando la pelle sulla strada, annusando i muri porosi delle case, inspirando il tempo per lasciarlo libero insieme all'aria che le cose si riescono lievemente a percepire. Un poco.
Nell'ostello ieri ho conosciuto Gu Tae, un ragazzo coreano alla scoperta dell'America australe. Altezza media, magro ma non esile, capelli neri indomabili. L'ho portato nel colorito ed intasato quartiere La Boca. LBAppena fuori dalle sgargianti vie colme di procacciatori, file di bus e comitive di turisti, abbiamo incrociato famiglie dedite al rito della carne alla parilla in strada, negozi d'altri tempi con proprietari che portavano gli stessi aromi della loro merce, case ingobbite, oscure, con tetti e pareti in lamiera ondulata e finestre piccole, trasudanti vicende antiche d'immigrazione.
Vagando casualmente per vie e strade siamo arrivati dietro lo stadio del Club Atlético Boca Juniors; non so come e non ricordo per quale strano percorso, qualche minuto dopo eravamo tra le scalinate vuote dello stadio, attorniati da boca jsedili di plastica e da insegne pubblicitarie vuote di significato, con sotto l'erba che guardava il cielo pieno di America.
Nell'area coperta dello stadio, sotto le gradinate, abbiamo trovato diversi gruppi di ragazzini guidati da giovani allenatori. Anche qui siamo stati ad osservare in silenzio le persone, cercando di guardare il mondo con le loro iridi: i bambini che si passavano la palla con la serieta' che emula gli adulti, lo scanzonato trainer, i genitori ansiosi e compiacenti pronti a riportare a casa i figli. Inspirando profondamente l'aria leggera e popolare del luogo.
Prima di prendere il bus di linea per tornare in centro, Gu Tae dice che vorrebbe mangiare un gelato. Immagino che avesse letto da qualche parte che a Buenos Aires fanno buoni gelati, oppure solamente aveva voglia di mangiarne uno, in ogni caso siamo andati alla ricerca di una gelateria.
Seduti su una panchina di legno saziandoci di gelato, con la calda primavera che vola sulla citta' della Buona Aria, Gu Tae mi ha raccontato del suo paese, delle colline verdi, del traffico e dei clacson di Seul. Io ho parlato di una citta' lontana piena di mercati e di case bianche, di caldo vento Norte che porta la sabbia dei fiumi tropicali e mescola ricordi privi di oblio.
Due citta', due mondi, veicolati da nostalgici epigoni della solitudine.
Diritti riservati Creative Commons

Nessun commento:

Posta un commento

 
Creative Commons License
Travel Viaje Viaggio Voyage by Dr. Stefano Marcora is licensed under a Creative Commons Attribuzione-Non commerciale-Non opere derivate 2.5 Italia License.
Based on a work at travel-ontheroad.blogspot.com.