martedì 22 novembre 2011

Alla fine del mondo: destinazione Ushuaia

Ancora pascoli e vento e rari alberi. Di nuovo sull’autobus verso Sud. Questa volta il mezzo e' tadella compagnia Tecni-Austral ed e' decisamente meno confortevole di quello a due livelli della Andesmar sul quale ho vissuto un giorno e mezzo. L'autobus ha il vetro anteriore schermato da una rete metallica come protezione dalle pietre della strada sterrata. La destinazione invece... ovvio, e' la fine del mondo.
Le immagini che scorrono fuori dal finestrino sono simili a quelle viste da Comodoro Rivadavia in giu': colline, animali, cielo e vento proveniente da nord-ovest.
In fretta raggiungiamo il confine cileno dove si perdono molte decine di minuti nelle pratiche di immigrazione. Un addetto del bus mi confida che le ore per raggiungere Ushuaia saranno 15 e non 12. Questa e' la destinazione: la citta' piu' a sud del mondo.
Poco dopo essere entrati nel territorio cileno il mare comincia a vedersi sul lato sinistro; in breve la strada si infrange sull'oceano dello stretto di Magellano. Causa il vento cheem supera i 120 km orari il ferry non effettua il servizio di trasporto. Bisogna attendere che le condizioni siano piu' favorevoli. Nel frattempo usciamo ad ammirare il severo passaggio delle antiche rotte navali verso il Pacifico. Se non fosse per il vento, la temperatura sarebbe piacevole.
Ad un certo punto arriva il ferry ed in 20 minuti siamo sulla isola Grande della Terra del Fuoco. Si'.
Sulla pista sterrata i vetri del bus della Tecni-Austral vedono morbide colline, pecore e guanachi, prati e ciuffi di cespugli dagli estremi rinsecchiti. Nelle vallate scorrono TFtorrenti color etere contornati da piccoli fiori. In alcuni momenti mi pare di stare in quei minuscoli eden che si scoprono sopra i 2000 metri sulle Alpi; le iridi si adagiano piacevolmente su tali orizzonti. Come nella querida Santa Cruz in alto le nuvole proseguono a gareggiare tra loro.
Passata la frontiera argentina torna la strada asfaltata e, con essa, la Ruta Nacional 3.
Dopo le ore 22, quando la luce australe comincia decisamente ad abbassarsi, insieme a fitte foreste scorgo il grande lago Khami ed i picchi innevati che rendono eccezionale il sud della Terra del Fuoco. Le valli sono bagnate de torbiere ed acqua senza fine.
Sono le 23 passate quando i piedi toccano l'asfalto di Ushuaia alla ricerca di un alloggio economico. La Ruta Nacional 3 ha da poco oltrepassato i 3050 chilometri; il mio corpo li conosce tutti, uno per uno.

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