lunedì 31 dicembre 2018

La musica favorita del 2018

Kali Uchis (COL/USA) - Isolation - Rinse,Virgin, Universal Records - Genere: R&B, Pop, Funk, Reggaeton, Hip Hop





The Internet (USA) - Hive Mind - Columbia Records - Genere: R&B, Funk, Blues, Hip Hop




Noname (USA) - Room 25 - Self-released - Genere: Hip Hop, Neo Soul, Jazz Rap





DJ Koze (DE) - Knock Knock - Pampa Records - Genere: Techno, House, Downtempo

 





Menzione per i lavori di: Soccer Mommy, Beyoncé & Jay Z, Skee Mask, Ariana Grande, Editors, Joan As Police Woman, Nightmares On Wax.

mercoledì 12 dicembre 2018

Primi passi nella capitale Inca

Cusco è fredda durante la prima mattina. Esco dall'alloggio con un leggero mal di testa ma l'aria frizzante della sierra spazza ogni malessere. Secondo giorno nella città fiore dell'America.
Subito prendo il Siete culebras, Sette serpenti, un vicolo angusto e stretto tra mura antiche. Secondo la simbologia Inca il mondo di sotto, il mondo dei defunti, è rappresentato dal serpente.
In questa viuzza dove il sole fatica ad arrivare anche a mezzogiorno, ambulanti irregolari cominciano ora a stendere sulla pavimentazione teli sopra i quali vengono esposti oggetti artigianali. Io li guardo negli occhi, loro ricambiano lo sguardo senza esprimere emozione alcuna. Nessuno mi chiede di acquistare qualcosa. Lo sanno.

Pochi passi e arrivo alla plazoleta Nazarenas, un piccolo spiazzo contornato da edifici storici ora divenuti hotel di lusso, un museo, negozi e locali fighetti a scelta. Il centro delle piazzetta è abbellito da due piccole aree verdi ben curate. Donne in abiti tradizionali con cucciolo di lama o agnello a seguito chiedono soldi ai turisti per una foto tipica, impiegati vestiti male, viandanti, bambini, sembrano solo piccoli attori, minuscole pedine che agiscono prevedibilmente dentro lo scenario fatto da imponenti portali di ex conventi e della chiesa costituiti da pietre marrone chiaro, le cui basi appartengono a strutture incaiche depredate dai conquistatori. Le mura bianche, le tegole dello stesso colore delle pietre tagliate da mani antiche e le finestre cangianti che riflettono il cielo esauriscono il quadro perfetto. Nuvole immacolate e veloci scorrono sotto lo schermo azzurro della volta. Il sospiro si accavalla al respiro per introiettare lo scarso ossigeno della città imperiale.
"Nuestro Planeta" dice la ragazza colombiana nata in Virginia.

Poco più di un isolato mi toglie dalla plaza de Armas che si prepara alla grande festa dell'Inti Raymi.

venerdì 30 novembre 2018

Qosqo


mercoledì 14 novembre 2018

L'alloggio a Cusco

Masse di turisti vestiti di sgargianti abiti sportivi, ambulanti che offrono cose consuete ed inimmaginabili, clacson, i combi del trasporto pubblico, SUV, taxi. Minivan luccicanti che trasportano occidentali.
Due, tre settimane. Quanto tempo mi fermerò nella capitale Inca? Ora la missione è trovare un alloggio decente. L'immortale Cusco non è una città proprio economica e per questo sarà difficile trovare qualcosa in centro.

Dopo la pioggia anomala del giorno prima, tutto torna alla normalità delle terre aride e alte: secco, sole e nuvole vuote che fanno la loro strada verso universi lontani.

Dalla Matará comincio a visitare le vie attigue chiedendo e guardando con attenzione le insegne. Sono un viandante alla ricerca di un riparo, in attesa paziente di esplorare i luoghi significativi della città, di cercare quello che la vita ha cancellato. Tutto è tornato nuovo.
Giro per vie a lungo, con gli occhi sicuri che si abbassano quando passo i luoghi principali del Cusco, evitando così di disvelare presto le sue meraviglie.
Stanza: cara, occupata, rumorosa, troppi gringos, dormitorio no porfa. Stanze ideali con finestre che guardano il sole perché di giorno si scaldino. 
Istinto e tenacia portatemi nell'alloggio dove sono predestinato.

Alla fine del pomeriggio, quando il sole si nasconde dietro le montagne a ovest e la temperatura cala velocemente, in una via chiusa, a due isolati dalla Plaza de Armas, suono presso l'hospedaje Amanecer. Aspetto. Scende una giovane donna gentile.
"Sí, hay lugar pa' mañana", dice. Mi mostra una stanza ancora occupata, contratto il prezzo e subito la prenoto per le notti successive. Predestinazione.

Esco di nuovo. Come a Puerto Montt in pieno inverno australe questo cielo sacro e freddo voglio tatuarlo sulla pelle. Nel sangue.
"Take Me Apart", canta Kelela, la prescelta.

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