Il mio primo incontro con una jeepney e' stato un incontro significativo: 5:30 del mattino, sotto la luce rovente dell'alba, stanchissimo, ho visto questo mezzo bianco, lungo, cromato, lucente di adesivi e con una scritta: "Full air conditioned”; dopo pochi minuti volavo verso il terminal di Dau con le iridi assonnate impregnate di immagini di campagna che scivolavano tra i finestrini.
La maggioranza delle jeepney non hanno aria condizionata ma, come per i moto-tricicli, sono molto curate dai loro proprietari. Il driver accanto a se' puo' ospitare due passeggeri, mentre nel cassonetto posteriore si allungano due panche imbottite sulle quali arrivano a starci piu' di venti individui. Come per altri luoghi del terzo mondo, la fermata e' a richiesta; basta avvisare il conducente o suonare il campanello posto nell'abitacolo posteriore.
A differenza dei pick-up modificati per il trasporto pubblico che si possono trovare in Thailandia, le jeepney sono un'unica struttura comunicante dove i passeggeri pagano il driver alla fine del loro percorso.
I tricicli e le jeepney sono cromati, colorati e ancora cromati di brillante acciaio, colme di insegne, di stemmi, di simboli religiosi e luci personalizzate posizionate con estrema cura, senza mai eccedere come nei micros boliviani. Come negli scalcinati micros cruzeños http://travel-ontheroad.blogspot.it/2011/06/cavalcando-i-bus-di-santa-cruz.html, i tricile e le jeepney sono forniti di potenti impianti stereo che quasi sempre sparano musica occidentale (i boliviani ovviamente vanno a sonorita' latinos). Nelle affascinanti jeepney l'amplio spazio sulla carrozzeria e' utilizzato per indicare il percorso del mezzo, altre volte per grosse scritte come; "Gomez Family", o "God Bless". Nei percorsi brevi e medi le jeep allungate fanno concorrenza ai tricicli e, quando esistenti, ai bus o ai minivan pubblici. Un mezzo popolare e caratteristico difficile da scordare.