Esce dall'ombra del porticato e viene abbagliato dal sole. E' un uomo dai capelli bianchi con la pelle raggrinzita. Alzo la mano. L'uomo magro saluta a sua volta. Mi avvicino.
"Vorrei andare a nuotare ma non ho dove lasciare i vestiti. Posso...?"
L'uomo mi fa sedere sullo sgabello sotto il portico. "Appoggiali sulla sedia. A Alung Banua non ci sono ladri". Faccio un cenno di assenso con la testa.
Dopo una camminata lungo quasi la metà di Bunaken island eccomi ad esplorare un altro pezzo di costa. Finalmente mi sono discretamente avvicinato alla dirimpettaia isola di Manado Tua, un spettacolare vulcano che spunta dalle acque del mare di Celebes. La leggenda racconta che il vulcano doni alle acque circostanti un potere speciale, potere che si trasmette a tutti gli esseri viventi che ivi si immergono.
Alle nove sono in acqua. Il tratto di mare che separa il molo di Alung Banua dallo stretto è qualcosa come un chilometro. La marea è ancora moderatamente alta ma quello che mi preoccupano sono le correnti. Dall'estremità del pontile raggiungo la barriera corallina nuotando piano e, come l'effetto di una implacabile frustata, la carica potente di adrenalina sommerge le vene: un senso di onnipotenza, l'infinita possibilità mi pervade. E' incredibile, ma quando repentinamente la roccia di pietre e coralli precipita trenta metri nell'azzurra oscurità del mare tropicale divento sovrumano. Confusione e attrazione morbosa e necessità di sicurezza si accavallano senza logica. Luce e buio. Ondate di freddo penetrano dal basso mescolandosi con i 29 gradi superficiali.
Viro a destra lambendo un tagliente antozoo turchese dai richiami iridescenti. La corrente è lieve ma può cambiare in fretta.
Oltre dare un occhio alle meduse che viaggiano senza meta apparente mi prometto di stare alla larga dai Titan Triggerfish. Questi grossi pesci dalle mandibole che sventrano coralli non sono troppo felici se ti avvicini ai luoghi dove hanno deposto le uova.
Allontanandomi dal molo a volte il precipizio nell'oceano blu si attenua divenendo dolce declino. E' come volare sulle Dolomiti: pendii di roccia bianca scendono verso il basso ed io taglio diritto su vallate spoglie di antozoi e su creste ricche di vita, osservando il mondo dall'alto, tra nuvole di pesci indaffarati.