Grazie alla esperienza dei volontari di Cheiro de capim, di frei Lucio e di padre Ignazio, le nostre anime cadono con la velocità di un respiro nell’abisso della miseria, della violenza e della bellezza dei bambini di strada, per poi penetrare il cuore di una variegata, generosa, comunità cittadina, delle sue feste legate alla religione, alla socialità e a quello che rimane di afro del loro passato. Questo fa parte della mia e di Sergio visita a São Paulo.
Splendori e abissi dell’umanità. Uomini e donne privati delle loro coscienze, persone quasi morte alla ricerca costante della sostanza che li farà morire di più. Bambini disorientati, violenti, maturati troppo in fretta, che conservano ancora essenza di purezza negli occhi induriti dal male. Famiglie che vagano nella metropoli immensa senza una meta precisa, seguendo i modi per recuperare qualche soldo da portare agli spacciatori o per acquistare alcol.
Eppure esistono molteplici realtà di volontariato e istituzionali che distribuiscono ogni giorno centinaia di pasti ai bisognosi, forniscono un tetto, una cura sanitaria e una educazione basica ai figli dei disperati; educatori che si confrontano con gli adulti e portano un sollievo ai loro bambini. L’oscurità è terribile, ma c’è luce e speranza. Luz, Paulista, Glicerio, Dom Pedro, Sé; queste sono alcune zone da noi visitate dove i volontari operano.
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