Sono ebbro di adrenalina. Mi eccita la prossimità di
compiere un nuovo sentiero, destinazione la ruta de Los Volcanes. Isola
La Palma.
La guagua 300 mi lascia precisamente davanti al
camino las Moraditas, a 810 metri di altitudine. Passo alcune case e
fattorie, quindi sono nel bosco. Aghi di pino coprono scrupolosamente il
terreno, lasciando crescere solo qualche cespuglio di amangante
prossimo alla fioritura.
Salgo spedito, con la
resina dei sempreverdi nel petto, con ardente desiderio di scoprire, fino a un punto dove il panorama si
apre leggermente: il sentiero comincia a inerpicarsi su una delle
diverse colate laviche fino a arrivare ai piedi della montagna Quemada.
Qui è impossibile non rimanere derubati dall’incanto. Il suolo è
pienamente coperto da gransón, i lapilli, e da cenere vulcanica della
recente eruzione del Tajogaite. Sporge solo qualche roccia sulla quale
crescono microscopici cespugli di particolare aeonium, il bejequillo, tremendamente
endemico. Attorno a questo panorama extraterrestre brillano vigorose le chiome dei pini canari, benedetti dal sole inclinato a sud. Verde chiaro
contro il nero del gransón proveniente dalle profondità imperscrutabili della crosta terrestre.
Giro attorno alla
montagna Bruciata per dune morbide fino alla zona di interdizione. I
molti cartelli spiegano che per ragioni di sicurezza non è possibile
andare oltre. Sono passati quasi quattro anni ma il vulcano Tajogaite
ancora fuma.
Il percorso costeggia
l’area monitorata, quindi si rituffa tra le aghifoglie. Ancora colline di
lapilli scuri che entrano gioiosamente nelle scarpe, e sono quasi sulla
cresta. Le nuvole degli alisei che spesso stazionano sulle cime
permettono la crescita di un bosco fitto e multiforme: ai pini si aggiungono
essenze di lauracee e il brezo, l'erica arborea, che può superare i quattro
metri di altezza. Lindura.
Ormai sono nei pressi del
refugio Pilar a 1450 metri. Il prossimo passo sarà raggiungere il
vólcan Hoyo Negro, nel pieno della ruta de Los Volcanes numero 131.
L'isola de La
Palma è chiamata la Isla Bonita.
Testo e foto Diritti Riservati Creative Commons
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