martedì 3 novembre 2020

Jandía


 

domenica 1 novembre 2020

Verso Punta Jandía, Fuerteventura

 Mi trovo all'estremo sud di Fuerteventura in una calda giornata di novembre 2020. Esco dal pueblo di Morro Jable e subito sono nel deserto. I suoni dei venti Alisei rimangono anche oggi dormienti; solo una brezza sottile da est accompagna il cammino.

Quasi subito incontro il sentiero che porta a Punta Jandía. I piedi pestano terra, pietre, rocce nere. Risalendo la dorsale delle colline vulcaniche il paesaggio si allarga: spiagge chiare e costa sabbiosa a nord, scogliere brulle e insenature si caratterizzano a sud. In questi giorni di quasi Calima l'oceano Atlantico è tranquillo. Dall'alto posso distinguere che la strada asfaltata che porta alla Punta presto diventa sterrata. Su di essa scorrono svogliate auto a noleggio dei turisti e vecchi, impolverati, SUV dei residenti.

 Più avanti il percorso pedonale si congiunge alla strada, quindi si avvicina alla costa. Cespugli quasi secchi situati nei luoghi riparati dal vento attendono con ansia qualche goccia di salvifica pioggia che da mesi e mesi frusta le aspettative della natura.

Lascio il sentiero per lambire da vicino scogliere che si gettano nel mare. Lascio il deserto e i vulcani per toccare l'acqua colma di vita. Quasi subito si apre una spiaggia moderatamente grande dove alcune persone giunte in auto prendono il sole. 

Dopo l'insenatura sabbiosa la scogliera risale per ridiscendere in uno stretto canyon. Il forte sole e il movimento mi stanno scaldando troppo. Decido di vedere se riesco a raggiungere il mare attraverso questo antro sinuoso. Passo alcuni facili balzi rocciosi in discesa, mentre ai lati le pareti delle scogliere rimangono alte. Il rumore delle onde si fa più vicino.

Presto vedo una piccola spiaggia di sabbia gialla che si sviluppa tra le rocce. Dopo dieci chilometri di percorso toccare la segreta insenatura diventa un piacere incalcolabile. Nonostante l'ora centrale riesco perfino a trovare l'ombra dentro brevi cunicoli scavati dalla potenza delle onde. Un bagno rinfrescante sarà il passo successivo. 


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sabato 24 ottobre 2020

Humahuaca, Jujuy, Nord Argentina

 


La montagna dei 14 Colori, l'Hornocal

 Nella stazione degli autobus di Humahuaca si respira il caos contenuto di molte realtà andine. Sono forse in Bolivia, Perú, Ecuador? Bastano poche parole della signora che vende i biglietti per distinguere il suo accento argentino con tracce di quechua nel castellano. Argentina über alles. Sempre.
Dopo aver capito che per arrivare alla montagna dei 14 Colori non esiste trasporto di linea, mi tocca mestamente cercare un tour organizzato. Ne trovo uno a un prezzo vantaggioso. Ci diamo appuntamento tra una ora.

Il minivan carica turisti fino a riempirsi. Davanti a me ci sono quattro giovani palestrati, bianchi, di città. Il resto del gruppo comprende una famiglia, un ragazzo e una ragazza magra molto abbronzata. Dalla cittadina di Humahuaca, 2900 metri, il van imbocca una polverosa strada sterrata all'interno di una valle sconfinata e deserta. Cespugli e ciuffi d'erba colonizzano l'altopiano andino. Il percorso sale lungo tornanti e brevi rettilinei sotto il sole limpido di questo sabato 25 gennaio 2020. I quattro palestrati davanti a me bevono acqua e si scambiano battute con aria supponente.
A 4200 metri il mezzo si ferma per farci ammirare la valle di Humahuaca. Scendiamo. Fiori gialli contrastano con le montagne brulle e il cielo perfettamente azzurro. Lontano e verso ovest si riescono a individuare picchi innevati. L'aria fresca è mitigata dal sole.

Il punto panoramico dal quale si osserva la catena montuosa dell'Hornocal o montagna dei 14 Colori si trova a 4300 metri. Da questo luogo diparte un sentiero in discesa che si avvicina maggiormente alle vette dalle formazioni calcaree patrimonio UNESCO.

Ancora una volta quasi toccando la Bolivia cammino verso l'Hornocal fino a un luogo isolato dove posso contemplare gli austeri panorami a est delle Ande.
La montagna dai 14 Colori è di fronte a me, separata solo da una valle. Questa meraviglia naturale è conformata da diversi tipi di roccia e di ambienti che con la pressione terreste hanno dato vita a massicci che mettono a nudo le diversità geologiche. Rimango per diversi minuti a osservare le tonalità di colore che velocemente si alternano spostando il punto di visione. L'erosione e il tempo hanno fatto diventare la catena montuosa molto frastagliata, scomposta in decine di picchi e avvallamenti; quello che conferisce unità all'Hornocal è la sequenza armonica delle fasce dalla stessa cromaticità che esprimono un periodo geologico.
Inspiro l'aria rarefatta con voluttà, seduto, sprofondato di piacere nell'arida terra sassosa. Il cammino d'individuazione continua.

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