sabato 24 ottobre 2020

Humahuaca, Jujuy, Nord Argentina

 


La montagna dei 14 Colori, l'Hornocal

 Nella stazione degli autobus di Humahuaca si respira il caos contenuto di molte realtà andine. Sono forse in Bolivia, Perú, Ecuador? Bastano poche parole della signora che vende i biglietti per distinguere il suo accento argentino con tracce di quechua nel castellano. Argentina über alles. Sempre.
Dopo aver capito che per arrivare alla montagna dei 14 Colori non esiste trasporto di linea, mi tocca mestamente cercare un tour organizzato. Ne trovo uno a un prezzo vantaggioso. Ci diamo appuntamento tra una ora.

Il minivan carica turisti fino a riempirsi. Davanti a me ci sono quattro giovani palestrati, bianchi, di città. Il resto del gruppo comprende una famiglia, un ragazzo e una ragazza magra molto abbronzata. Dalla cittadina di Humahuaca, 2900 metri, il van imbocca una polverosa strada sterrata all'interno di una valle sconfinata e deserta. Cespugli e ciuffi d'erba colonizzano l'altopiano andino. Il percorso sale lungo tornanti e brevi rettilinei sotto il sole limpido di questo sabato 25 gennaio 2020. I quattro palestrati davanti a me bevono acqua e si scambiano battute con aria supponente.
A 4200 metri il mezzo si ferma per farci ammirare la valle di Humahuaca. Scendiamo. Fiori gialli contrastano con le montagne brulle e il cielo perfettamente azzurro. Lontano e verso ovest si riescono a individuare picchi innevati. L'aria fresca è mitigata dal sole.

Il punto panoramico dal quale si osserva la catena montuosa dell'Hornocal o montagna dei 14 Colori si trova a 4300 metri. Da questo luogo diparte un sentiero in discesa che si avvicina maggiormente alle vette dalle formazioni calcaree patrimonio UNESCO.

Ancora una volta quasi toccando la Bolivia cammino verso l'Hornocal fino a un luogo isolato dove posso contemplare gli austeri panorami a est delle Ande.
La montagna dai 14 Colori è di fronte a me, separata solo da una valle. Questa meraviglia naturale è conformata da diversi tipi di roccia e di ambienti che con la pressione terreste hanno dato vita a massicci che mettono a nudo le diversità geologiche. Rimango per diversi minuti a osservare le tonalità di colore che velocemente si alternano spostando il punto di visione. L'erosione e il tempo hanno fatto diventare la catena montuosa molto frastagliata, scomposta in decine di picchi e avvallamenti; quello che conferisce unità all'Hornocal è la sequenza armonica delle fasce dalla stessa cromaticità che esprimono un periodo geologico.
Inspiro l'aria rarefatta con voluttà, seduto, sprofondato di piacere nell'arida terra sassosa. Il cammino d'individuazione continua.

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martedì 29 settembre 2020

Canyon de las Señoritas


 

sabato 19 settembre 2020

Dintorni di Tilcara, Jujuy

Il sentiero tracima nelle profondità di una gola. Sotto scorre un torrente invisibile che arriva a valle senza essere assorbito dalla sete del deserto.
Il mio cammino austero non è quello pieno di turisti che porta alla Garganta del Diablo di Tilcara. E' un sentiero di pastori, di contadini, che si addrentra in valli, altopiani e montagne. L'ho individuato quasi per caso, osservando il territorio e chiedendo agli agricoltori.

Risalgo veloce il percorso ben tracciato, accompagnato da una temperatura mattutina ideale, mentre il sole e la luce diritta mi dicono che in questo fine gennaio 2020 siamo ancora in piena estate australe.
A sinistra continuo a costeggiare dall'alto il canyon dalle profondità impenetrabili, orgoglioso del cammino che stimola la consapevolezza di sé stessi. Alla fine della ripida ascesa oltre i 2600 metri, il sentiero curva a destra per entrare in un altopiano. Prima di violare il nuovo paesaggio mi volto ad ammirare la valle del Río Grande con le sue acque rosse, il verde prossimo ai corsi d'acqua e le montagne policrome che deliziano tutta l'area UNESCO delle Quebradas de Humahuaca. Il paese di Tilcara è nascosto da colline rocciose.

Una breve discesa e sono nel mezzo della valle deserta, così grande che potrebbe essere considerata un altopiano. Il sole è raramente oscurato da nuvole passeggere. Il cielo azzurro di montagna contrasta con la terra, la vegetazione e la roccia grigia che tende alle diverse tonalità di rosso. L'ambiente è così piacevole che quasi vorrei saltare dalla gioia: cactus Cardón, cactus Perro, cactus, cespugli di altre piante grasse sottili, appuntite, spinose, sopravissute alle quotidiane sfide che l'ambiente porge loro. In omaggio alle piogge del periodo qualche fiore ramingo spunta dal basso. A tratti ho l'impressione che da qualche roccia soprastante balzi un magnifico puma. Nessun puma mai vedrò, nessuna banda di fuorilegge pieni di polvere armati di pistole e di cavalli, in cambio vedo da lontano un cavaliere che alza la mano in segno di saluto. 

Cammino per qualche ora in questo altopiano americano senza conoscere la meta, attento a non perdere la strada, appagato dal muovermi nella Natura, con i sensi abbacinati dal sole e da quello che mi circonda, con le colline a nord-ovest che toccano i 4000 metri. Ancora una volta contaminato dalla potenza del viaggio.

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