mercoledì 22 luglio 2020

Purmamarca, Jujuy, Argentina

Dopo 8 ore di viaggio sono a Purmamarca. L'autobus della compagnia Andesmar ci ha rapiti, ammaliati, indolenziti per 600 chilometri attraverso la catena andina che dal Cile ci porta a Jujuy, Argentina. Dislivelli impossibili e visioni difficili da descrivere che dal deserto di Atacama portano all'altopiano e quindi alle quebradas.

Salto giù dal bus e tocco ancora una volta la terra argentina. Insieme alla Bolivia tropicale, l'Argentina è il posto del cuore.
Oltre la barriera di pioppi che sorridono all'estate australe, incontro il paese di Purmamarca, 2300 metri sopra il livello dei lontani oceani. Oltre Purmamarca, le montagne dai molti colori della Quebrada de Humahuaca, patrimonio dell'umanità UNESCO.

Dopo aver trovato con fatica un alloggio prendo subito la strada che porta al Paseo Colorado. È un tardo, lungo, pomeriggio del gennaio 2020, affollato da turisti argentini provenienti dalle regioni più a sud. Il sole è nascosto da uniformi nuvole volatili.

Le terre aride di queste zone partoriscono gli splendidi cactus Cardón: piante massicce, compatte, dai fusti estremamente aggraziati. Insieme a quelli della Bassa California sono i cactus più spettacolari mai visti. Il Paseo Colorado attraversa panorami del nord del Messico, di film ambientati nel Far West statunitense: cespugli spinosi, terra arida, sassi dalle mille tonalità e cactus. Polvere di meraviglia che penetra lentamente nel circolo sanguigno. Tutto viene incorporato.


Lasciato il paese di Purmamarca a sinistra si innalza un dosso, una collina le cui venature orizzontali sono diversamente colorate. La montagna dai Sette Colori. Più avanti la strada si restringe quasi in una gola la cui terra circostante è uniformemente di rosso mattone. Successivamente il suolo diventa grigio, verde, beige, marrone.
Scambio qualche battuta con una coppia di Tucumán i quali mi consigliano di visitare Tilcara e Humahuaca. Lo farò.
Quasi tutti quelli che incontro hanno il thermos di acqua calda per la sacra yerba mate. Obvio.

Sono stanco. È ora di tornare. Devo acquistare del vino, frutta e qualche alimento rigeneratore.

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martedì 21 luglio 2020

Laghi salati in Argentina


venerdì 26 giugno 2020

Da San Pedro de Atacama verso l'Argentina

 
L'autobus per l'Argentina mi aspetta nella stazione di San Pedro. Qualche cileno, qualche argentino, molti viaggiatori occidentali. Piccola babilonia di cani randagi dagli occhi dolci alla ricerca di qualcosa di commestibile: dovere offrire una timida carezza a qualcuno di loro.
Lentamente un altro magnifico giorno rinasce dalla terra fredda del deserto di Atacama.
Invincibile sarà la data del 22 gennaio 2020. Ancora nell'estate australe attraversando frontiere. Velocemente prendo posto nel piano superiore del bus salutando il singaporiano seduto accanto a me. La compagnia di trasporto è Andesmar con la quale feci non-stop 36 ore di viaggio da Buenos Aires a Río Gallegos. 2600 chilometri sulla mitica Ruta Nacional 3, con gli occhi che guardavano a sud https://travel-ontheroad.blogspot.com/2011/11/rotta-australe-da-buenos-aires-rio.html

È nelle cose. Era già scritto nelle aspettative e nelle sensazioni che quasi subito fuori dal finestrino di quell'autobus diretto a Salta l'inverosimile, ciò che non è terreno, prendesse corpo. Precipitiamo in salita nel deserto più secco del mondo guidati da un nastro d'asfalto perfettamente riconoscibile. Tornanti, curve in mezzo al nulla apparente, in avvicinamento alle montagne. Qualche piccola gola e poi, in un attimo o quasi, siamo sulla Puna. La coppia di francesi davanti a noi non dissimulano la loro eccitazione.

La Puna, l'altopiano, si mostra nella sua preziosa nudità, svelando la sua uniforme terra rossa che tende al grigio, le sue colline e le montagne vulcaniche coperte da neve verginale. L'autobus Andesmar corre veloce verso l'Argentina passando con noncuranza i 3000, 4000, 4500 metri.
Il singaporiano mi fa notare alcuni esemplari di vicuña la cui lana preziosa serviva a coprire i re dell'antichità: gli animali quasi perfettamente mimetizzati con il paesaggio corrono lontani da noi.

Il passo di Jama che divide il Cile dall'Argentina arriva all'improvviso dopo aver vagato con il mezzo a motore su e giù per l'altopiano desertico. Le nostre visioni sono ancora piene di neve, montagne e laghetti da cui escono vapori caldi. Fenicotteri dai colori lisergici abitano le pochissime aree dove arriva l'acqua.

In Argentina le visioni mutano solo quando si comincia lentamente a scendere. Il versante est della Puna risulta via via più umido e verde popolato da lama e viscacce di montagna. Nuvole grigie vagano nel cielo rendendo meno abbacinante il riflesso dei laghi salati che appaiono quasi alla fine del promontorio.

Poi comincia la discesa vertiginosa verso la Quebrada de Humahuaca, Jujuy.

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venerdì 5 giugno 2020

San Pedro de Atacama


 
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