martedì 27 marzo 2018

Oaxaca, México


sabato 10 marzo 2018

I mercati di Oaxaca

Difficile scegliere la migliore città del Messico. Facile dire quella che offre la cucina più articolata e deliziosa.
Lascio l'abitazione sulla Trujano per dirigermi in centro. Tre cuadras e sono nello Zócalo, un incredibile garbuglio di caffè rétro e alla moda, venditori ambulanti, turisti, e indigeni in perenne protesta davanti al palazzo del governo. Prendo la Flores Magón, percorrendo un altro isolato. Entro nel mercato coperto Juárez dove medicanti e sfaccendati si mescolano a truppe di turisti che affollano i negozi di artigianato e le bancarelle di alimentari. Vestiti, succhi di frutta, gelati, peperoncini secchi, latticini, oggetti artigianali e tante bancarelle di mezcal. Prima di uscire acquisto mezzo chilo di asiatici rambutan, freschi di Chiapas.

Attraversata la calle Aldama, sotto un cielo che promette pioggia, passo al mercato 20 de Noviembre. E qui le cose si fanno interessanti. Odori di carne cotta e spezie si mescolano a quella del pane fresco e della salsa di cacao. Vengo attirato da una entrata laterale dalla quale fuoriescono esalazioni stuzzicanti: è le parte del mercato dove si vende e cuoce la carne. Ciascuna bancarella trabocca di file interminabili di salsicce e diversi tipi di carne finemente tagliata. Lampadine affumicate illuminano precisamente la mercanzia.
La parte finale del corridoio è destinata al consumo dei pasti con carne alla griglia. Imbonitori cercano continuamente di attrarre nuovi avventori. La contigua grande  area del mercato 20 de Noviembre mostra tutta la ricchezza culinaria di Oaxaca: qui è possibile mangiare qualsiasi specialità della zona e non. Spiccano montagne di grandi e croccanti tlayudas, specie di pizze non lievitate di farina di mais. Chiedo alcuni prezzi, poi opto per una enchilada con carne e mole (salsa) di cacao. Un panino e cioccolata calda. 40 pesos totale.
Seduto precariamente sullo sgabello di un ristorante del mercato un poco turistico, di fronte alle cuoche che continuamente preparano nuove pietanze, con lo stomaco e la mente ottenebrati piacevolmente dal superbo cacao di Oaxaca, sommerso dal vociare degli ambulanti, tento di allungare questi significativi squarci di viaggio.





martedì 27 febbraio 2018

Tierra y Libertad


venerdì 16 febbraio 2018

La città ritrovata. Puebla

Un mercoledì di ordinario traffico sul boulevard Héroes del 5 de Mayo. L'autista dell'autobus che viene dalla CAPU è in lotta continua con tutti i veicoli che gli sono intorno. Mi lascia sull'avenida Palafox, a pochi isolati dal cuore della città.
Sono a Puebla.

Il viaggio notturno da Morelia ha concesso la grazia di passare il turbolento stato di Michoacán con poche conseguenze. L'arrivo al terminal di Puebla, il crepuscolo sulla città degli angeli.
La stanchezza non esiste per coloro che sono alla ricerca.

Il cammino irrequieto percorre il deserto viale centrale che porta alla cattedrale. Passi che coprono tracce di un venticinquenne che visitava per la prima volta l'America centrale e settentrionale. Ancora compagno della solitudine. Cercando qualcosa che non riesco pienamente a comprendere.
Quest'ora del mattino è l'ideale per visitare la città che non ha vergogna a disvelarsi, a rispondere sul passato ed il presente. Palazzi barocchi e rinascimentali finemente decorati si affacciano sulla strada lastricata per annunciare lo Zócalo verdeggiante che affianca la ponderosa cattedrale. Respiro alberi e mattino.
Proprio qui, tra uomini anziani con giacca e cravatta, in vista dei primi venditori de la calle, chiedo ad uno scopino dove posso trovare alloggio. Ambulanti, negozianti, lustrascarpe, spazzini conoscono la strada.
"Vada sulla 3 poniente. Lì ci sono diversi alberghi", consiglia. E aggiunge: "Se poi vuole mangiare bene spendendo poco, nella 3 sur con la 5 poniente troverà un buon ristorante. C'è anche un panettiere".
Mi fermo qualche minuto a chiacchierare con questo signore sotto le torri oscure della città degli angeli, sotto il cielo nuvoloso e fresco della città ritrovata.

Esco dalla stanza rumorosa dell'hotel Venecia alla riscoperta della metropoli. Dalla 4 prendo la 3 norte, sommerso dal traffico, da gente con l'ombrello, da mendicanti e da creoli vestiti a festa. Passo negozi di abbigliamento e minimarket OXXO.

Dove sono celati gli aliti di gioventù? Dove era passato quel venticinquenne, a cosa anelava, quanto era diverso? L'affascinante città di Puebla riuscirà a restituire qualcosa alle inquietudini? 

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