martedì 19 febbraio 2013

La partenza: il distacco si compie

Le ruote del bus consumavano velocemente la strada. Ewan poteva vedere l'asfalto illuminato dai fari che passava sotto di lui e, verso sinistra, un tramonto ferroso che si adagiava lontano. Le inseparabili cuffie gli mandavano il post-rock dei suoi conterranei: un mantra siderale che nota dopo nota montava in esplosioni di chitarre elettriche. Era partito da qualche minuto e già conosceva le sonorita' appropriate al viaggio. Vicino a lui un ragazzo stava leggendo le cronache sportive da un giornale mangiando compulsivamente noccioline. Distrattamente esamino' gli altri passeggeri diretti verso l'aeroporto:  allegri turisti con vestiti dai colori vivaci, compassati professionisti e qualche immigrato che tornava in quella che non era probabilmente piu' la sua patria.   

Torno' con la mente alla recente dipartita: nella stazione degli autobus erano venuti a salutarlo i suoi cari, gli amici, e un paio di ex-compagni dell'universita'. Ewan aveva desiderato partire per il lungo viaggio dalla stazione della sua citta', solo, spoglio del superfluo.  Un bagaglio inferiore ai dieci chili. Libero. a
Sotto l'ultimo bagliore di sole primaverile, quell'8 maggio Ewan salì lentamente i gradini dell'autobus, decretando così l'ultimo atto della partenza, la separazione. Lo stacco dal suolo, salendo sul predellino del mezzo, sancì per il giovane la fine di un periodo, ratificando ancora una volta nell’aria la trasfigurazione dell'umano sotto l'influsso millenario del viaggio.  Bastarono pochi secondi.
Dopo mesi di decisioni vaganti nel limbo melmoso del dubbio e del ripensamento, di settimane frenetiche dove l'insicurezza di non riuscire a terminare le cose lo prendeva a tratti, dove aveva combattuto la contrarieta' di alcune persone a lui vicine, ora si trovava sul veicolo che conduceva per il lungo volo.
Quando il bus partì, Ewan saluto' quelle persone che si erano radunate per lui, le guardo' una ad una, piano, in silenzio, e vide i suoi legami che si allontanavano, diventando sempre piu' piccoli fino a perdersi, a svanire. In quei momenti incomprensibili dell'addio che da sempre segna gli individui, la solitudine si impossessò duramente di Ewan facendolo rimanere per qualche istante senza respiro.

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martedì 22 gennaio 2013

Prima di partire: la celebrazione del distacco

Ewan uscì dal locale della festa con il volto confuso e lo sguardo pieno. Non si era visto allo specchio ma sapeva di portare addosso quell'espressione facciale. In quegli ultimi giorni prima della partenza la pelle, il corpo e la mente di Ewan provavano, per la prima volta da sempre, l'estraniazione di sentirsi alieno incompleto nel mondo, la percezione di trovarsi sul dirupo oscuro della definitivita' che lo avrebbe cambiato.
La gentilezza a tratti negli occhi del giovane non erano causati dal sidro o dalla birra ingerita, bensì dal tepore irradiato, dal riverbero di altri occhi che erano venuti a festeggiare la sua dipartita. Iridi di amici, di parenti, dei suoi famigliari, iridi che conosceva bene e che ora, attraverso l'evento della partenza, non era piu' sicuro di conoscere in profondita', quasi che un filtro sfocato si fosse frapposto tra loro e lui. Ma anche il locale di campagna dove si svolgeva la festa, gli alberi con le grosse gemme chiare, il panorama ondulato forgiato dal vento facevano sempre meno parte di Ewan; "Forse non lo sono mai appartenuti", disse con un sospiro di voce.
pCircondato dalla primavera, Ewan sedette su una staccionata di legno, solo, respirando forte, ad ascoltare suoni della natura mischiati alle note basse di un ritmo downtempo del locale. Sentiva che questa sua appartenenza incerta si congiungeva con uno stato di superiorita' proveniente da lontano, un primato purificatorio raggiunto attraverso difficolta' e determinazione. Una sublimazione non del tutto conscia. Le persone amate che ora stavano celebrando il rito dell'addio e che accettavano finalmente la sua scelta, sarebbero rimaste ferme, caduche, mentre Ewan sarebbe volato via, scomparso oltre oceani e mari e colline e foreste, invincibile e dominatore del tempo.
Dalla porta del locale sbucarono tre allegri ragazzi che sicuramente lo avrebbero riportato nell'alveo della festa a lui dedicata.  Prima che i giovani lo raggiungessero si disse in modo risolutivo, come per sigillare il contratto stipulato con sé stesso: "Due…, due giorni e lascio tutto alle spalle". 

sabato 29 dicembre 2012

I dischi favoriti del 2012

Flying Lotus (USA) – Until the Quiet Comes – Warp Records, 2012

FL 

Hanne Hukkelberg (N) – Featherbrain – Propeller Recordings, 2012

HH

Lapalux (UK) – Some Other Time (EP); When You’re Gone (EP) – Brainfeeder Records, 2012

lap2  Lap 

Efterklang (DK) – Piramida – 4AD Records, 2012

Efterk

lunedì 24 dicembre 2012

Prima di partire: le appartenenze si confondono

La partenza è sempre una rottura,
una fine ed un inizio,
che evoca un Passato e proietta un Futuro
.
E. Leed

Ewan quasi per caso incontro' il Cazangero. Stava iniziando ad imparare il castellano ed a approfondire la conoscenza riguardo i paesi che avrebbe visitato, quando incappo' in quel brano musicale. Era sul punto di abbandonare le sonorita' caribeñas ricolme di colore e di superficialita', invece qualcosa lo trattenne. Il Cazangero aveva un ritmo incredibilmente diverso dai suoi soliti ascolti ma anche da quel poco di salsero che aveva ascoltato; non riusciva a spiegarselo, ma quella serie intrecciata di fonemi dai toni stordenti e meticci lo catturavano. Ascolto' e ascolto' Willie e Rubén, nomi alieni che da periodi in cui non era ancora nato entravano nel suo domani di viaggiatore in terre lontane.
Era l'imminente partenza che gli causava questo interesse, questa rinnovata apertura verso orizzonti estranianti? Gia', la partenza per il suo lungo viaggio si avvicinavar terribilmente, al punto che a volte era pervaso dall'ansia di non riuscire a fare tutto, freneticamente in ritardo all'appuntamento con la sua scelta di cambiamento; contemporaneamente in quei momenti confusi gli sforzi si indirizzavano nel tentativo di tornare in pace con i suoi cari e in qualche maniera recingere il vuoto che avrebbe lasciato.
In quella instabile condizione di mezzo temporale ed emotiva il giovane ricevette una telefonata. Era il suo amico Stu. Gli comunicava la data della festa di addio. Lo sapeva che avrebbero organizzato quella che gli ispanici chiamano despedida, il rito dell'addio, la celebrazione agrodolce della dipartita. Cosi' da sempre vanno le cose.
Fuori casa rispose al saluto del bambino dai capelli a spazzola, osservo' per qualche istante due gabbiani che si contendevano il comignolo della casa del vicino e, piu' in la', incrocio' le smussate colline della sua terra. Indosso' le cuffie audio e si diresse verso casa di Stu. Le dita scorrevano sul lettore musicale alla ricerca di quel brano dal quale aveva tradotto il testo.
Ewan, prosciolto dai legami, camminava insieme alla sua anima errante al ritmo dell'America Latina con il respiro del vento marino sulla pelle e il volo delle rondini dentro il sangue che accoglieva il Cazangero senza liberta', perché in quella straordinaria canzone il protagonista si trovava in carcere.  Invece Ewan, di liberta’…

 
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