giovedì 21 gennaio 2010

Lo spaesamento del viaggiatore

ocea Gli occhi si aprono con difficoltà. Nello schermo plumbeo sito in qualche luogo della mente mi appare una grande stanza ricolma di letti a castello vuoti. Mi muovo lentamente tra le pesanti coperte e, con il naso freddo, annuso l'aria viziata che puzza di cherosene. Dall'ampia finestra con vetri malconci fuori la nebbia imperversa. Il mattino.
Ad un certo momento, inaspettatamente, come se ricominciassi da capo il risveglio, osservo le pareti desolate del mio cuarto economico facendo vagare lo sguardo voluttuosamente e senza meta. Sento che sta per arrivare qualcosa di grosso; una sensazione non eccessivamente piacevole si insinua piano piano, partendo dalle strade semivuote là fuori, entrando per il portone dell'hostal e infine penetrando gli spifferi della mia stanza. La domanda arriva nel tepore mattutino come se niente fosse, così, tagliente, bordata di passiva inevitabilità: "Dove sono?"
Un quesito. Due parole.
Uno spaesamento temporale e spaziale cattura la mia mente che non sembra uscire da questo empasse. Un vicolo senza immediata via di uscita. Per qualche interminabile secondo mi sporgo in un limbo vuoto che blocca le facoltà cognitive. Ma poi, ciud lentamente, il puzzle riprende forma.
Ricordo di aver cenato insieme a robusti operai e di aver bevuto del vino a buon mercato. I muratori vengono da province vicine; gente cordiale che rutta poche parole. Come piace a me. Poi la signora grassa dell'hostal mi ha messo la stufa in camera e consegnato le chiavi per chiudere la stanza. Il chiavistello era troppo piccolo e quindi ho lasciato la porta aperta, sbattendomene. Cosa posso pretendere per settemila pesos, cena e desayuno inclusi? Il cuarto è grande e la stufa odora di cherosene stantio. Sono uscito nel freddo invasivo di una cittadina di provincia simile a tantissime altre. Bar, negozi, uffici, chiese pompose con modesto significato, auto pesanti e vecchi pick-up, gente che cammina in fretta e che parla in una lingua a me familiare. Sempre di più. Sono entrato in un locale e ho ordinato qualcosa da bere. Qualche avventore mi ha guardato con scarso interesse, poi è ripreso a farsi gli affari propri; coppie, persone che leggevano il giornale e altri bevendo in silenzio guardando oltre la vetrata, sulla strada. Io ho fatto compagnia a questi ultimi, sorseggiando lentamente il contenuto del bicchiere di vetro consumato, come la cosa più normale di questa terra, pensando a quello che mi attendeva il giorno successivo.
nebb Vagabondare. Non avere casa ed averne molte. Come in un mosaico in  continua espansione la mia identità diventa sempre più multiforme, pezzi e pezzi di immagini di Mondo si attaccano veloci, troppo rapidamente per riuscire ad inserirli tutti. Caray. Ma forse questo è il sentiero cui sono destinato: senza un paese e ricco di molteplici attraversamenti spaziali. Durante il viaggio l'anima priva di una terra, spaesata, si libera da ciò che la precisa, posponendo e mischiando tutto quello che porta con se', disvelandosi nella sua limpida nudità.
Fuori c'è la nebbia. Sotto la trapunta si sta bene, in questo hostal a Talca, Chile.
E' ora di prepararsi per prendere l'ennesimo bus verde della Tur-Bus, cavalcare con altre persone ma sempre in solitudine la Ruta 5 Panamericana, verso sud, verso l'inverno ed i suoi venti del Pacifico. La Patagonia è ancora lontana.

venerdì 15 gennaio 2010

Migliori film visti nel 2009

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  • Gran Torino – C. Eastwood (2008-2009)

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  • Creature del cielo – P. Jackson (1994)

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  • A.I. Intelligenza artificiale – S. Spielberg (S. Kubrik) (2001)
  • La battaglia dei tre regni – J. Woo (2008-2009)
  • Un mondo perfetto – C. Eastwood (1993)
  • Star Trek. Il futuro ha inizio – J. Abrams (2009)

mercoledì 6 gennaio 2010

Lettera dal Bangladesh: imparando ad accogliere dai piccoli

Mie carissime Amiche, miei carissimi Amici,
mentre sono qui accovacciato sulla stuoia della mia catapecchia tentando di lasciarmi dondolare, riposare, avvolgere dai lunghi silenzi del mio Signore, il Dio della mia vita, dal mio cuore sale un grido di gratitudine. Oggi è stata una giornata interamente spesa sulla strada circondato dalle premure di tanti bimbi che proprio attraverso il gioco, l’alfabetizzazione e le cure mediche cerchiamo di servire ed aiutare. (...)

È stato bello a Kawron Bazar (il mercato ortofrutticolo di Dhaka): i bambini al vedere noi volontari ci sono venuti incontro correndo e saltando, per la gioia del momento; ci aspettano sempre ansiosamente, festanti! Qui in Bangladesh, il Paese dell’Accoglienza, loro, i piccoli, ci insegnano ad accogliere, mi insegnano come accogliere il bimbo Gesu’che viene ogni giorno!
La sera prima di dormire, dopo aver chiuso la porta mi accovaccio qui sulla stuoia e mi fermo a riflettere e, oggi, tra i mille confusi pensieri, mi venite in mente voi, i vostri volti, le vostre parole, la vita di ciascuno. Vi sento vicinissimi come se foste qua con me, accolti anche voi tra le sgangherate, disordinate, tappezzate quattro pareti di questa mia baracca... Scusate,sento un po’ di vergogna nel farvi entrare, è proprio conciata male, ma da dopo l’alluvione dello scorso luglio poco ho fatto per ripararla e migliorarla; a parte il tetto e il pavimento la cui struttura di bambù ormai traballa in più parti, le pareti sono proprio pietose! Il mio padrone di casa, rimediando qua e la' pezzi di materiale, ha fatto un bel collage: pezzi di lamiera alternata a pezzi di bambù e di cartone (dove vi si trovano a loro agio topi e scarafaggi), comunque nella loro confusione queste pareti rivelano un tocco di arte… astratta. (...)
Per i vicini di casa la mia presenza in baraccopoli, dove hindu e musulmani vivono accanto, è un nota di amicizia, allegria e dialogo con tutti… e`celebrazione di fiducioso abbandono!

Benche’ in alcuni questo nostro quotidiano annunzio in strada non produca che indifferenza, altri, invece, si sentono attratti da questa nostra testimonianza, ci credono, aderiscono e decidono di diventare nostri volontari, di
scendere in strada nei tuguri e servire assieme a noi questi bambini così abbandonati, così traditi dalla vita. In questo modo e’ sorto il Gruppo di educatori di strada -circa 80- che si sono lasciati interpellare e cercano di fare la propria parte... non e’ stato vano il grido di sofferenza di denunzia che questi bimbi fanno al Mondo. Sono fiero di essere qui con loro in Bangladesh in questo preciso momento storico, tra questi uomini e donne di varie eta’ e status sociale, che per amore si rimboccano le maniche; e’ il Mondo nuovo in piccoli semi, un altro Bangladesh e' possibile! (...)

Possa l’appello a cercare la gioia nelle cose semplici di cui anche Francesco, il poverello d’Assisi, ci diceva, spronandoci a percorrere i luminosissimi sentieri che conducono all’altro, alla fraternità, alla solidarieta’. Essa, la solidarieta’, ci porta a condividere i beni che ci sono stati affidati, a vivere in semplicità, a fare giustizia. Divenendo persone solidali scopriremo un rapporto più armonioso con le creature, con il Creatore e valorizzeremo, apprezzeremo, goderemo veramente di ciò che abbiamo. L’abbondanza rende ciechi, indurisce i cuori, crea indifferenza, toglie la gioia della conquista, ci cosifica!
Auguri per il nuovo anno appena iniziato, che sia un anno ricco di vita in letizia, in semplicità e solidarietà. (...)
 Br. Lucio Beninati

lunedì 21 dicembre 2009

Music Playlist 2009

00_Turning_down_water_for_air
- James Yuill (UK) disco uscito fine 2008 - migliore lavoro - http://www.myspace.com/jamesyuill
- Jazzanova (D) http://www.myspace.com/jazzanovask
- St. Vincent (US-NY) http://www.myspace.com/stvincent
- Dirty Projectors (US-NY) http://www.myspace.com/dirtyprojectors
- Adam Payne (US-Boston) http://www.myspace.com/ampayne

Menzione per Ida Maria (N), Giorgio Canali e Rossofuoco (I) e Diamond Watch Wrist (US-NY). Delusione invece dai dischi 2009 dei favoriti Royksopp (S) ed, in parte, per Junior Boys (CDN).
 
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