lunedì 21 dicembre 2009

Music Playlist 2009

00_Turning_down_water_for_air
- James Yuill (UK) disco uscito fine 2008 - migliore lavoro - http://www.myspace.com/jamesyuill
- Jazzanova (D) http://www.myspace.com/jazzanovask
- St. Vincent (US-NY) http://www.myspace.com/stvincent
- Dirty Projectors (US-NY) http://www.myspace.com/dirtyprojectors
- Adam Payne (US-Boston) http://www.myspace.com/ampayne

Menzione per Ida Maria (N), Giorgio Canali e Rossofuoco (I) e Diamond Watch Wrist (US-NY). Delusione invece dai dischi 2009 dei favoriti Royksopp (S) ed, in parte, per Junior Boys (CDN).

sabato 26 settembre 2009

Rientro

Mi rivedo con i vissuti vestiti da lavoro
le scarpe da tennis
sudato e stanco.
Nulla cambia, tutto è differente
familiare e diverso.
Dopo anni sono tornato
questa è casa mia?
San Carlos, B., agosto 2007

Sono tornato. La prima notte qui, nel Nord, l'ho passata attraversando visioni composite. In un'ora non ben precisata mi sono alzato nel buio ed ho vagato lentamente per un tempo indefinito. Probabilmente comprendevo dov'ero ma non lo realizzavo totalmente, inoltre mi circolava nella testa una musica di M. Herbert, One life. Il sistema cognitivo era piatto e non sapevo assolutamente cosa volevo fare. Nel contempo la mente lavorava in modo autonomo: "Che fresco, che aria secca, ma che silenzio, dov'è il suono del ventilatore?" (...)

Spaesamento. Sono qui ma sono la'. Sono la'. Forse no. Questa antinomia mi persegue da giorni. Penso in diverse lingue, i ricordi sono così forti e palpabili che non capisco. Entro ed esco in panorami straordinari, in stanze soffocanti e squallide, volo nel liquido che mi ammalia, ingurgito la strada in movimento, incontro persone incredibili, mangio nei warung-warong-food court-indian restaurant e me ne sbatto dell'igiene. Da quando mi sono innamorato, il sottile budget giornaliero è vincolato all'acquisto del Durian, il frutto che gli occidentali apprezzano molto poco. Asini.
Sono dimagrito parecchio, ma che voglia di dolci... di solito li guardo con distacco, invece ho sognato una torta con la panna. Il viaggio modifica le abitudini, le assoggetta ai mondi che si percorrono, sedimenta la personalità scavandoci attorno solchi pieni di significato. Il movimento porta il viaggiatore all'essenzialità.
Mentre osservo le foto mi chiedo: "Sono io che ho percorso tutti questi sentieri variopinti?", ogni momento che passa sento più estranee queste immagini.
I giorni scorrono e il viaggio si appanna; esso viene rimosso con una tenace delicatezza, sovrapposto dall'inesorabile quotidiano.
La bocca è secca, il mattino ora è meno agrodolce, il mattino porterà poco rinnovamento.

sabato 5 settembre 2009

Frammenti di viaggio 11: Bako, Borneo


Un sedile di dura plastica, un bus giallo che e' fotocopia di quelli scolastici USA anni settanta mi sta conducendo al Bako national park. Aria bollente entra dai finestrini. Otto del mattino e l'afa del Borneo la posso quasi toccare. Il panorama offre fabbriche isolate, case e boschi. Sembra una di quelle mattine d'inverno nella pianura padana: sole appannato, zero vento, nebbiolina leggera e caustica. Ingurgito una caramella ricca di caffeina ma l'umore e' come l'umidita': flat. Forse influisce anche la scomparsa della tensione positiva del viaggio in quanto molto presto torno a 'casa'.
Arrivato a Bako trovo altre quattro persone con cui condividere le spese della barca che ci condurra' nell'omonimo parco. La penisola che lo ospita e' raggiungibile solo via fiume e mare. Nel molo di Bako c'è un cartello che recita: "Attenzione ai coccodrilli".


Dopo una quarantina di minuti sono davanti all'ufficio della Riserva naturale per la registrazione; la signorina mi consegna una mappa spiegandomi le diverse tipologie di sentiero e raccomanda di portare acqua a sufficenza. Opto per il sentiero Lintang, sei chilometri, 200 mt. il dislivello, tre-quattro ore il tempo di percorrenza.
Passo un piccolo molo vuoto, poi costeggio un bosco di mangrovie e comincio a salire. Una brezza leggera viene dal mare. Il sentiero e' curato e dotato di scalini quando la pendenza e' troppo elevata. Dentro il bosco vengo subito assorbito dal suo pulsare; incredibile la possenza discreta della Natura nella sua massima declinazione. All'apparenza nulla di trascendentale: il frinire costante e il volare di insetti, fruscii, qualche richiamo di uccelli e poco altro ancora. Nonostante l'umore e il caldo vorace percepisco di far parte di una entità davvero potente nella sua ordinarieta'. Penetro questo sistema con passi lenti e respiro corto, osservando senza pensare, guardando il mondo attorno a me in modo empirico. Il sentiero e' venato da radici che trattengono la fragile arenaria e da un morbido muschio; il bosco e' costituito da vegetazione piuttosto bassa ed è molto fitto. Oltrepasso un paio di signori che osservano un nido di insetti.
Seguendo il cammino, raggiungo un altopiano formato da piante simili a pini e ficus. La chiara arenaria e' solcata da rivoli e pozze in cui scorre acqua giallo scuro, quasi rossa. Guardo il cielo e noto che son comparse delle nuvole. Grazie al vento svaniscolo le zanzare ed i moscerini succhia sangue. L'altopiano e' affascinante con i suoi colori pastello ed i profili contenuti; sono contento di essere qui. Dentro.
Bevo un poco e proseguo, soffermandomi di quanto in quanto; vedo piante di orchidee con fiori minutissimi, alberi strani e qualche raro insetto. Arrivato presso una pozza che l'acqua ha scavato nella roccia la voglia di immergermi e' forte ma il tempo scorre e la strada non e' breve. Nel bosco piu' fitto vengo colpito da due cose: delle felci con foglie enormi e altri vegetali che hanno nella propria estremita' una coppa che si restringe nella parte superiore. Queste ultime sono piante carnivore.
Dopo un'ora di cammino il sentiero declina lentamente verso la costa. Arrivato presso un punto panoramico guardo il mare ed il cielo che quasi si confondono nell'afa disarmante. Solo verso la fine del percorso, a poche centinaia di metri dalla costa, dove il terreno è pianeggiante, incontro grandi alberi; su diversi di essi e' posto un cartello di riconoscimento. Quasi rido alla volta di una pianta maestosa dalle radici che si espandono in larghezza: l'indicazione dice che si tratta nientemeno di... Durian. Solo ieri ho avuto il piacere indescrivibile e deviante di assaporare un suo frutto nel mercato di Kuching.
Ma la vita e' spesso ingiusta: nel Borneo settentrionale sembra che la stagione degli spinosi frutti sia terminata.

lunedì 31 agosto 2009

Frammenti di viaggio 10: TAT


Cambio di programma: sono tornato nella splendida isola malese di Tioman (vedi F. v. 2).
Quando questa mattina mi sveglio, per qualche istante non realizzo in quale dei tanti mondi mi trovo; poi, con felicita', mi son detto: "Sei a Tioman!", facendo cosi' tramontare l'alito oscuro che mi avvolgeva. Aperta la porta del microbungalow vedo che il cielo e' parzialmente nuvoloso, "ok, allora oggi vado al TAT". Colazione, una carezza alla gatta bianca che staziona vicino al mio alloggio e via di gambe.
Dopo una quindicina di minuti di saliscendi, percorrendo la strada che costeggia la riva, passo il resort 'super accessoriato' e poi entro nel bosco. Il percorso diventa sterrato, salendo per poi declinare in una insenatura. Sono solo, o meglio, sono in grande compagnia: la collina sale rapidamente mostrando spaccati di foresta e poi ancora boschi nelle montagne successive. Diverse tonalita' di verde si accumulano negli occhi; da quello intenso della foresta, al verde chiaro delle felci e dei rampicanti. Alberi dal tronco lunghissimo e chiaro che vanno in cielo, alberi a forma d'ombrello come funghi globosi nel Paese incantato, alberi che si abbracciano tra loro. E ancora liane, rampicanti e palme che decorano la vegetazione in un tutto altamente armonico. La luce solare trasversale del mattino, congiuntamente alla brezza proveniente da sud, sembra animare queste porzioni di vita. Una foresta libera dal tocco umano. Libera, punto.
Rimango diversi minuti ad ammirare le montagne di Tioman, poi giro il capo dall'altro lato. Ecco la sabbia, pini e alberi a foglia larga forgianti rami perpendicolari al terreno. C'e' anche una cosa limpidissima e tanto da volare in essa. Ancora pochi passi e oltrepasso un macigno che vede verniciato: "TAT - Turtle sanctuary". Arrivato.
Accanto alla spiaggia, al riparo tra gli alberi, e' posizionato un recinto dove diverse microtartarughe vengono allevate per poi essere liberate. Avvolto in un'amaca verde una persona dorme; per il resto e' tutto deserto. Vicino alla costa si erge una minuscola isola rocciosa ricolma di vegetazione. Proprio tra la costa e questo microatollo si trovano delle barriere corallifere bellissime con mare poco profondo, acqua limpida e assenza di corrente. Mentre ammiro i pesci e praterie di coralli delle più disparate forme, sopraggiunge un temporale; mi avvicino alle rotonde rocce della piccola isoletta e, rimanendo nel liquido, ammiro il cambio climatico. Il cielo si fa scuro con la pioggia che cade forte. Posiziono la maschera a metà del filo dell'acqua e noto chiaramente il mescolarsi dei due fluidi; quello più fresco proveniente dal cielo con la tiepida acqua del mare. Scendo un poco e i rumori dei tuoni e delle gocce scroscianti si ammutolisce. La' sotto i pesci continuano il loro costante e vivido moto. Starei qui per sempre. Il temporale svanisce lentamente e la luce si fa più forte.
Dopo un'ora e mezza di snorkelling noto che la figura 'imbalsamata' nell'amaca verde e' un'uomo, probabilmente il guardiano del TAT.
Lungo la via del ritorno e di sorpresa, vengo salutato da un varano di circa due metri che si allontana goffamente nella sterpaglia.
 
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